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Cronaca

Caso Noventa, cambio di avvocato per Debora a poche ore dall'udienza preliminare

Il 1 febbraio il gup deciderà se mandare Freddy, la sorella (che avrà un legale diverso) e la tabaccaia Manuela Cacco a processo alla Corte d'Assise per l'omicidio di Isabella

Cambio all'interno del collegio difensivo di Debora Sorgato, nelle ore cruciali che precedono l'udienza preliminare fissata per il 1 febbraio, durante la quale il gup Tecla Cesaro deciderà se mandare Freddy Sorgato, la sorella e la tabaccaia di Camponogara Manuela Cacco a processo davanti alla Corte d'Assise per l'omicidio volontario premeditato e l'occultamento di cadavere di Isabella Noventa, la segretaria 55enne di Albignasego, scomparsa dal 15 gennaio di un anno fa.

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STRATEGIE DIFENSIVE. L'avvocato Luca Motta, come riportano i quotidiani locali, affiancherà il collega Roberto Morachiello dopo che il legale Carlo Augenti ha abbandonato l’incarico. Mentre la Cacco (accusata anche di stalking e simulazione di reato) pare che chiederà al gup di essere processata con il rito abbreviato, strada che le permetterebbe di evitare almeno l'ergastolo, sulla strategia difensiva dei fratelli Sorgato ancora non è trapelato nulla. Potrebbero quindi preferire anche il processo in corte d'Assise, davanti a una giuria popolare.

LA VERSIONE DI DEBORA. Alcune settimane fa, Debora aveva inviato una lettera agli inquirenti in cui aveva ricostruito le ore cruciali della notte in cui Isabella è stata uccisa, riferendo in sostanza che lei in quel frangente stava dormendo a casa sua, nonostante una serie di andirivieni - precedenti e successivi - dalla casa del fratello, nonché verso il centro di Padova e la sala da ballo Relax. Un resoconto compatibile con la versione resa da Freddy, che ha sostenuto di avere ucciso Isabella per sbaglio durante un gioco erotico estremo finito in tragedia e di essersi poi sbarazzato, sempre da solo, del corpo gettandolo nel fiume Brenta.

RISARCIMENTI. Nel frattempo, nei confronti dei tre indagati, i parenti della vittima hanno presentato le loro richieste di risarcimento danni da far valere in caso di condanna: 2 milioni di euro per la madre e il fratello Paolo Noventa; 50mila euro per l’ex marito, Pietro Gasparini, sostenitore, in un'intervista rilasciata a un settimanale, che dietro l'omicidio di Isabella serpeggi l'ombra dell'ex Mala del Brenta.

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