Terrorismo: mappata la presenza islamica nel carcere di Padova
Il rapporto della Digos evidenzia come un detenuto su tre, al Due Palazzi, sia di fede musulmana. All'interno della comunità, due marocchini hanno assunto i ruoli di imam e muezzin: sono loro a condurre la preghiera
Un numero notevole di detenuti all'interno delle carceri - anche al Due Palazzi di Padova - è di religione musulmana, ed è reale il pericolo che, tra loro, prendano vigore figure islamiche radicali capaci di fare proseliti nel mondo penitenziario. Un anno fa, il pubblico ministero Sergio Dini aveva chiesto alla Digos un rapporto sul mondo islamico nel carcere padovano, nell'ambito di un'inchiesta nei confronti di un carcerato accusato di istigazione a delinquere con finalità terroristiche.
IL MONDO ISLAMICO IN CARCERE A PADOVA. Tale relazione, come riporta Il Corriere del Veneto, evidenzia come un terzo dei detenuti a Padova sia musulmano. Due marocchini, in particolare, avrebbero assunto, pur non essendone titolati, un "ruolo di rilievo nella gestione dei riti religiosi". Il primo rivestirebbe la carica di muezzin: tre volte al giorno, tutti i giorni, chiamerebbe gli altri musulmani alla preghiera dalla sua cella. Il secondo, invece, sarebbe l'imam della comunità islamica carceraria: sarebbe lui, nel giorno sacro, ovvero il venerdì, a condurre i riti religiosi. Il rapporto della Digos escluderebbe atteggiamenti o sermoni volti a sensibilizzare i detenuti alla causa della jihad.
IMAM NELLE CARCERI. Proprio per scongiurare tale rischio, nelle scorse settimane, è stato siglato un accordo fra il Dap (Dipartimento di amministrazione penitenziaria) e l'Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia). L'intesa consiste nel portare imam nelle carceri italiane, in modo da evitare che musulmani carismatici possano assumere il ruolo di leader religiosi fra i detenuti, favorendo la loro radicalizzazione. In Veneto, l'esperimento comincia con Verona.
