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Cronaca

Provincia in tilt, consiglio deserto Salta l'approvazione del bilancio

Assenti la presidente Barbara Degani, tutti i consiglieri del PdL e i dissidenti della Lega Nord. In assenza del numero legale, la guerra intestina del Carroccio giovedì ha fatto slittare nuovamente il voto

È di nuovo bagarre nel parlamentino provinciale padovano. Dopo la bocciatura, una settimana fa, del piano delle opere pubbliche presentato dal vicepresidente Roberto Marcato, fallisce anche la nuova convocazione del consiglio fissata per giovedì pomeriggio. Motivo, ancora una volta, i mal di pancia interni alla Lega. A disertare l'aula, la presidente della giunta Barbara Degani, tutti i consiglieri del PdL e i dissidenti della Lega Nord, che con la loro assenza hanno impedito il raggiungimento del numero legale necessario al voto, provocando un nuovo rinvio dei lavori a venerdì sera.

"MARONIANI" CONTRO "BOSSIANI". Nel mirino dei dissidenti leghisti di fede "maroniana", maggioritari in consiglio, c'è il vice presidente e segretario provinciale Roberto Marcato, aficionado del Senatur. Poche ore prima della convocazione del consiglio, una lettera del capogruppo della Lega Alessandro Paiusco invitava la presidente Degani a togliere le deleghe affidate al suo vice e all'altro esponente di fede "bossiana" in giunta, Leandro Comacchio. Obbiettivo: liberare due poltrone "scomode" per far spazio alla corrente opposta del partito. Il vertice della giunta ha dovuto prendere atto del paradosso di avere al suo interno un vicepresidente della Lega che il capogruppo dello stesso partito voleva sfiduciare. Da qui, la scelta di disertare l'aula e prendere ancora tempo, chiedendo l'intervento del segretario del partito Flavio Tosi.

GLI SCENARI FUTURI. Dopo il rinvio, durante una riunione straordinaria dei consiglieri di minoranza, Domenico Menorello (Scelta Civica), ha letto una mozione di sfiducia nei confronti di Marcato, che sarà depositata oggi, sottoscritta anche dal Pd. Intanto, in seconda convocazione, basteranno 12 consiglieri a garantire il numero legale e quindi sarà la stessa minoranza a poter concludere i lavori. Ai leghisti restano 24 ore per dipanare la matassa, pena la revoca delle deleghe da parte della presidente Degani che ha annunciato, in caso di ulteriore stallo, la ricomposizione di una nuova maggioranza. Insomma, i tempi dell'alleanza Pdl-Lega sembrerebbero finiti, anche a livello locale.


     

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