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Cronaca Loreggia

In mezzo alle macchine da cucire e gli operai, una culla per accudire un neonato

Maxi operazione ieri 5 ottobre a Loreggia messa a segno dalla Polizia locale con la collaborazione dello Spisal e dell'ispettorato del Lavoro. Denunciata la titolare cinese e i lavoratori trovati senza alcun documento. Chiusa l'attività

Degrado, condizioni igienico sanitarie preoccupanti, ma anche la presenza di una culla per neonato in mezzo alle macchine da cucire. Ieri mattina gli agenti della Polizia locale della Federazione del Camposampierese coordinati dal comandante Antonio Paolocci e il suo vice Filippo Colombara hanno effettuato un sopralluogo in un laboratorio cinese di Loreggia trovandosi di fronte una situazione allarmante. Inevitabile la sospensione dell'attività. Il controllo è stato effettuato in perfetta sinergia con il personale dell'ispettorato del Lavoro e dello Spisal. 

I controlli hanno interessato anche l'unità cinofila

Le verifiche

Al momento del loro ingresso le forze dell'ordine hanno identificato 11 cittadini cinesi, i quali in religioso silenzio stavano lavorando su alcune forniture di abbigliamento denominato "fast fashion", cioè prodotti di modesta qualità a prezzi molto ridotti. I successivi controlli svolti nell'azienda hanno permesso di accertare che solo due lavoratori erano assunti in regola, tre avevano il permesso di soggiorno ma erano assunti in nero, cioè senza alcun tipo di contratto né di tutele, e ben sei erano invece completamente sprovvisti di documenti. Questi ultimi sono stati quindi accompagnati presso il gabinetto di fotosegnalamento della Federazione, l'unico nella provincia di Padova e sottoposti ai rilievi foto dattiloscopici. I sei cittadini cinesi sono risultati così tutti clandestini sul territorio nazionale. In un primo momento gli operai hanno dichiarato di provenire da Prato, dove avevano lasciato i documenti, per lavorare in prova presso il laboratorio di Loreggia, poi non hanno potuto che ammettere di essere irregolari. Gli agenti della Federazione sono riusciti ad accedere al laboratorio e a sorprendere tutti gli operai al lavoro utilizzando una entrata secondaria che avevano notato durante un precedente controllo. Nelle operazioni è stata utilizzata anche l'unità cinofila, Cooper, da qualche settimana entrata regolarmente in servizio. Complessivamente nel capannone sono state conteggiate una ventina di postazioni con macchine cucitrici, tutte in funzione. 

Un giaciglio di fortuna che fungeva da culla

Uno scenario allarmante

Nel laboratorio sono state ricavate abusivamente anche diverse stanze per alloggiare gli operai della ditta in pessime condizioni igienico sanitarie, ed una cucina che funzionava come mensa. Addirittura vicino alle postazioni di lavoro è stata trovata una culla realizzata in un box porta abiti per accudire un neonato. Al termine del controllo la titolare dell’attività è stata denunciata alla Procura di Padova sia per aver occupato al lavoro sei cittadini cinesi sprovvisti di permesso di soggiorno perché mai rilasciato, sia per averne occupati “in nero” altri tre. L'attività lavorativa è stata sospesa e potrà riaprire solo quando l'azienda regolarizzerà tutti i suoi dipendenti. Sono stati denunciati per il reato di immigrazione clandestina anche i sei operai cinesi trovati senza documenti. Questi sono stati presi in carico anche dal servizio di mediazione culturale e anti tratta della Regione Veneto, per verificare che non siano vittime di sfruttamento.

La soddisfazione del comandante

Molto soddisfatto della brillante operazione il comandante Antonio Paolocci: «Era da tempo che sul nostro territorio non trovavamo situazioni così gravi: ben nove operai assunti in nero nella stessa ditta. Gli stessi ispettori si sono stupiti. Grazie agli investimenti effettuati negli ultimi anni, come l'acquisto del gabinetto di foto-segnalamento, e all'addestramento del nostro personale abbiamo potuto gestire in autonomia tutte la fasi di identificazione dei sei clandestini e procedere alla redazione di tutte le notizie di reato. Queste attività sono possibili solo in Comandi strutturati e altamente specializzati, come il nostro, pure in presenza delle croniche carenze di organico».

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