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Cronaca Piazze / Via Calatafimi

Torturarono una gallina per gioco filmando l'aggressione: sono quattro liceali padovani

Festeggiavano il diciottesimo di un amico, a cui hanno regalato lo scatolone con dentro l'animale. Uno scherzo finito nella violenza, che ha portato i ragazzi a essere denunciati

Sono quattro giovanissimi padovani gli autori delle barbare torture ai danni di una gallina, che negli ultimi giorni hanno sollevato una bufera di polemiche. Tutto è nato da uno scherzo di compleanno.

Una goliardata di pessimo gusto

Diciotto anni, il traguardo della maturità e il passaggio all'età adulta. Una svolta che pare lontana dai protagonisti della triste vicenda, scivolati in un gioco ad alto tasso di cattiveria e stupidità. Una cattiveria gratuita, sfogata nei confronti di un animale inerme che non poteva difendersi. Giovani, di buona famiglia, non hanno trovato sorpresa migliore da fare al festeggiato se non chiudere una gallina in uno scatolone.

Crudeltà inaudita

Il seguito è storia, narrata con precisione chirurgica dai video che loro stessi hanno postato sui social network. L'animale che corre in via Calatafimi, nei pressi di galleria Borromeo, fuori dal locale della festa. Calci, grida, cattiverie di ogni genere. L'intervento di Riccardo Maniscalco, gestore del B-Gall a poca distanza, li ha fatti scappare lasciando la gallina al suo destino. Disavventura a lieto fine per l'animale, soccorso da un gruppo di ragazzi che lo ha portato al sicuro, nel pollaio di uno di loro.

I colpevoli

I video diventano virali, sui social network infuria la polemica. Tanti chiedono informazioni alla polizia, al Comune, ai carabinieri. Vogliono le teste dei responsabili. Che peraltro compaiono chiaramente nei frame, perciò la loro latitanza è breve. In due giorni di indagini, curate prima dalla squadra volante e poi dalla mobile, li ha identificati e denunciati per maltrattamento di animale. Sono quattro giovani tra i 18 e i 20 anni, tutti studenti delle superiori in città dove tre risiedono con le famiglie. Uno solo vive ad Albignasego.

Segno di pericolosità sociale

Durissima la condanna da parte del questore Paolo Fassari: «A prescindere dal caso in specie sarebbe un grave rischio banalizzare le violenze nei confronti degli animali, soprattutto se commesse da giovani. Sono modi di affermare la propria personalità, indicatori di disagio e anti socialità, fattori di rischio di potenziali condotte criminali e pertanto sintomatiche di pericolosità sociale». La strada per la redenzione sarà lunga, ora che la fedina penale è macchiata.

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