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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Zona Industriale / Via Perù

Maxi rissa al Portello, 8 arresti grazie alle intercettazioni

La squadra mobile della questura di Padova è riuscita ad individuare alcuni dei tunisini coinvolti negli scontri dello scorso giugno e parte di una banda che commerciava droga nei punti chiave della città. Il nascondiglio in via Perù

A seguito dell’arresto nel maggio scorso di due nordafricani trovati in possesso di 2 chilogrammi di hashish destinati a giovani frequentatori delle piazze di Padova, la squadra mobile ha avviato una proficua attività investigativa che ha portato ad individuare una banda di trafficanti di droga coinvolti nella rissa tra nordafricani avvenuta nel giugno scorso al Portello, con ingenti danni ad auto parcheggiate e cassonetti, e che aveva provocato notevole allarme sociale in città con l'intervento, in città, di un rinforzo del contingente dell'esercito.

PERMESSO UMANITARIO. Si tratta di un gruppo di tunisini arrivati durante la scorsa “Primavera araba” nel nord Italia, nello specifico in prima battuta nel Ferrarese, a Occhiobello, dove avevano trovato ospitalità presso un hotel con tanto di permesso di soggiorno umanitario. Annusata nel frattempo però anche la possibilità di fare soldi facili con lo smercio di droga, sono iniziati per i nordafricani i contatti con Padova.

Maxi rissa al Portello, 8 arresti grazie alle intercettazioni



ZONE SPACCIO-2INTERCETTAZIONI. Inizialmente gli spostamenti avvenivano in treno, da pendolari. Terminata l’ospitalità a Ferrara, il gruppo si è trasferito stabilmente a Padova assumendo in breve un ruolo di rilievo nelle piazze dello spaccio guadagnando territori nelle zone di Prato della Valle, della Stazione, Portello e Stanga senza esitare, se necessario, a confrontarsi fisicamente con i rivali. Ad incastrarli per il coinvolgimento nella mega rissa sono state le intercettazioni telefoniche, nelle quali senza nessuna particolare attenzione per non essere scoperti i tunisini si intrattenevano nel chiedere rinforzi tra altri connazionali.

IL "BUCO". I tunisini si muovevano continuamente in bicicletta, sia per spacciare, sia per raggiungere, al bisogno, il nascondiglio chiamato “il buco”, individuato in via Perù in una casa abbandonata con gli accessi murati, dove era stato praticato un buco, attraverso cui si accedeva per prendere lo stupefacente nascosto sotto un frigorifero. Il gruppo era in contatto con un fornitore di eroina albanese che, nonostante la giovane età, era già conosciuto alle forze di polizia.

GLI ARRESTI. L’indagine ha portato all’arresto di otto spacciatori. Destinatari di divieto di dimora, espulsi poi tramite il Cie: il 29enne Mohamed H. detto “Hamma”, il 27enne Ayoub L., il coetaneo Abdelmoneam D. detto “Monem”. Raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere: il 29enne Soufien A., il 22enne Shkelzen D. Altri tre soggetti sono stati arrestati e destinatari di misura cautelare: i 21enni Aziz B., Mohamed I., Bouzeri B. Altri 3 sono destinatari di cattura ma risultano irreperibili.

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