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Cronaca

"Santo-gate": l'ex delegato pontificio a giudizio per l'abuso edilizio

Il 25 maggio prossimo il monsignore 77enne, con residenza in Vaticano, dovrà presentarsi in tribunale relativamente ai 5 alloggi fuori norma ricavati nell'ex casa del custode, in via Orto botanico

Dovrà comparire a giudizio il 25 maggio prossimo a Padova per rispondere dell'accusa di abuso edilizio. La vicenda riguarda l'ex delegato pontificio (in carica fino al luglio 2013), un monsignore di 77 anni, con residenza in Vaticano, committente dei lavori per la realizzazione di cinque mini appartamenti ricavati in un’ala del complesso della Basilica di Sant’Antonio, l'ex casa del custode in via Orto Botanico 1, e pubblicizzati per essere affittati a privati su un sito di annunci immobiliari online.

CONDANNE. Vicenda portata allo scoperto dall'esposto del 9 ottobre 2012, trasmesso in Procura dall'ufficio tecnico del comune di Padova, ribattezzato il "Santo-gate". Davanti al giudice monocratico dovranno comparire anche l'architetto, un 50enne di Frascati, e l'impresario un 46enne di Colonna, in provincia di Roma, che si occuparono della trasformazione.

ZERO AUTORIZZAZIONI. Nessuna autorizzazione sarebbe infatti stata richiesta per eseguire i mini (anche inferiori ai 45 metri quadrati, superficie minima definita dal regolamento edilizio di Padova) né in Comune né alla Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici del Veneto orientale che deve pronunciarsi ogni qual volta sono interessati beni vincolati, tra i quali sarebbero ricompresi gli edifici monumentali della Basilica del Santo e degli altri stabili annessi. La difesa aveva chiamato in causa l'extraterritorialità del complesso della Basilica per via della sua appartenenza al Vaticano, tesi non supportata però dalla consulenza tecnica affidata dalla procura.

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