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Cronaca

Altra condanna per Paolo Mocavero: «I processi contro Roberto Baggio? Inutile farli, condanne già scritte»

Otto mesi di reclusione e diecimila euro di risarcimento è la condanna inflitta in primo grado a Paolo Mocavero, leader del movimento 100% Animalisti, ritenuto colpevole del reato di diffamazione nei confronti del campione e Pallone d'Oro, Roberto Baggio per via di delle dichiarazioni rilasciate durante il programma di Radio 24, "la Zanzara"

Otto mesi di reclusione e diecimila euro di risarcimento è la condanna inflitta in primo grado a Paolo Mocavero, leader del movimento «Centopercentoanimalisti», ritenuto colpevole del reato di diffamazione nei confronti del campione e Pallone d'Oro, Roberto Baggio. Oggetto del contendere le dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione "La Zanzara" su Radio 24 in una puntata del 2018. Non è l'unica causa col campione, ne ha ben 4 il leader animalista. Nell'altra in cui si è andati a processo, per via di affissioni non autorizzate a Caldogno, paese dell'ex calciatore, dove Baggio veniva ritratto come una persona violenta che odia la natura in quanto cacciatore, Mocavero ha ricevuto, sempre in primo grado, la stessa condanna che gli è stata inflitta oggi. 

«Baggio - aveva dichiarato ai microfoni della controversa trasmissione, Paolo Mocavero - è uno che uccide animali. Non è solo un assassino, è un grande assassino. Tutti i cacciatori sono assassini, lui di più perché ha un’immagine, dunque maggiori responsabilità. L’unico cacciatore buono è quello morto. Mi auguro la morte di ogni cacciatore, anzi brindo ogni volta che qualcuno muore. Se Baggio muore durante una battuta faccio lo stesso, vado al funerale con lo champagne in mano». Parole provocatorie pronunciate in un contesto dove la provocazione è alla base del programma. Al leader animalista viene anche contestato un post pubblicato sui social network in cui attaccava il campione sempre sul tema della caccia ma in relazione al suo dichiararsi molto religioso, buddhista nella fattispecie.  .

«Il giudice ha fatto copia - ci dice al telefono Paolo Mocavero - incolla, di una sentenza precedente, vedremo poi in appello. Di fatto si punisce una opinione». Non si tira indietro rispetto a quanto detto in un contesto, La Zanzara, in cui è fondamentale usare toni sprezzanti e inequivocanili. Un aspetto di cui il giudice, secondo Macavero, non ha voluto tenere conto. «I cacciatori rimangono sempre cacciatori, che si chiamino Baggio, Ibrahimovic o pinco pallo. Indipendentemente da come si chiamano». Lo dice facendo riferimento a proteste inscenate anche contro l'ex campione svedese, che però non lo ha mai querelato, né lui e neppure il gruppo animalista. Non ci pare però troppo preoccupato, Mocavero: «Ci sono altri due gradi di giudizio, sempre se ci arriviamo», ci dice facendo riferimento ai tempi della giustizia e a una eventuale prescrizione. «Ero comunque sicuro mi avrebbero condannato. A questo punto quando, un consiglio che do al tribunale, quando c'è un processo contro Baggio mi condannino direttamente, senza neppure fare la discussione. Così risparmiano tempo e soldi pubblici». 

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