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Cronaca Montagnana

Allarme peste suina africana, moltiplicati i controlli nel padovano

Potenzialmente a rischio il comparto suinicolo in provincia, soprattutto nel Montagnanese, zona fortemente vocata: 267 gli allevamenti registrati, per un totale di 104.865 capi. In totale, 26 milioni il fatturato complessivo annuo

L’unità organizzativa sanità animale e farmaci veterinari della Regione ha istituito nuove misure urgenti al fine di prevenire la diffusione della peste suina africana in Veneto. Potenzialmente a rischio il comparto suinicolo in provincia, soprattutto nel Montagnanese, zona fortemente vocata: 267 gli allevamenti registrati, per un totale di 104.865 capi. In totale, 26 milioni il fatturato complessivo annuo (dati Veneto Agricoltura). 

Regole tassative

Le regole, più restrittive, decorrono da oggi, 31 agosto, fino ad almeno il prossimo 14 settembre, come fa sapere Cia Padova: «A seguito della conferma di casi di psa in tre allevamenti di suini in provincia di Pavia, l’amministrazione regionale ha ritenuto necessario adottare degli interventi maggiormente stringenti». Nello specifico, Cia Padova ha proseguito:  «Le movimentazioni dei suini dagli allevamenti della Regione, sia da vita che da macello, sono consentite esclusivamente previo esito favorevole di un controllo ufficiale eseguito dall’Autorità competente locale». 

Monitoraggio costante

In particolare, il monitoraggio prevede una visita clinica, eseguita nelle ventiquattro ore precedenti il primo carico e ripetuta ogni 72 ore e la verifica dell’andamento della mortalità, effettuata nelle ventiquattro ore precedenti il primo carico, anch’essa ripetuta ogni 72 ore. Pure in assenza di conclamata sintomatologia riconducibile alla psa, in caso di animali inappetenti, poco vitali, o mortalità anche non elevata dei suini, l’operatore o il veterinario libero professionista sono tenuti a darne immediata comunicazione al Servizio Veterinario dell’AUSL competente per territorio. Viene inoltre raccomandato il massimo rispetto della biosicurezza all’interno di tutta la filiera suinicola, con particolare attenzione alle misure di pulizia e disinfezione degli automezzi di trasporto animali, di ritiro delle carcasse e dei mangimi, evitando l’accesso dei conducenti dei mezzi alle aree di allevamento. 

Accertamenti al macello

Negli impianti di macellazione devono essere verificate da parte del Servizio Veterinario AUSL le procedure di pulizia e disinfezione degli automezzi che scaricano gli animali, delle stalle di sosta, nonché quelle dello stabilimento. «Fino ad ora, nella nostra Regione, non sono stati rilevati casi di infezione – sottolinea il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini - tuttavia, la guardia va mantenuta alta. Le nuove misure sono finalizzate a prevenire qualsiasi tipo di rischio». La psa è una malattia per la quale, al momento, non esiste un vaccino: si può trasmettere tra i cinghiali e i maiali. «Tutto il Veneto - ha concluso - è potenzialmente interessato, anche a motivo della presenza di migliaia di ungulati nell’area del Parco Colli. Ecco perché occorre portare avanti con continuità il contenimento di questi animali mediante l’azione di selecontrollori autorizzati. Se questa malattia si diffondesse, milioni di suini sani, destinati principalmente alla produzione dei prosciutti Dop, verrebbero prematuramente abbattuti. Ciò comporterebbe dei danni ingenti e in taluni casi permanenti, alla filiera della salumeria padovana e veneta».

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