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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Morti bianche 2015, bilancio nero per il Veneto: a Padova 9 decessi

Da gennaio a settembre 2015, sono state 52 le vittime nella regione. In Italia, i dati sono allarmanti: 626 persone hanno perso la vita, 856 in itinere: il 10% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno

L’emergenza morti bianche in Italia continua. E a raccontarcelo è l’incremento della mortalità: + 10 per cento da gennaio a settembre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014. Nei primi nove mesi di quest’anno, hanno perso la vita sul lavoro 626 persone, l'anno precedente erano 569: vale a dire 57 vittime in più. E il bilancio dei decessi sul lavoro arriva a 856 vittime contando anche gli infortuni mortali avvenuti in itinere (erano 754 nel 2014). Il Veneto, in questa impietosa classifica, si colloca al quinto posto, con 52 vittime - di cui 9 a Padova - dopo la Lombardia (94), la Campania (62), la Toscana (59) e il Lazio (53).

PADOVA CONTA 9 MORTI. Questi i primi contenuti dell’inquietante scenario descritto nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre sulla base di dati Inail. A livello nazionale, la provincia euganea si colloca al 66° posto della graduatoria stilata in base all'indice di incidenza (21,09) sugli occupati (410.171). Da gennaio a settembre, sono stati 9 i decessi sul lavoro nel Padovano, due in più dall'ultimo aggiornamento (gennaio-agosto).

 

IN VENETO. Rispetto alle altre province del Veneto, Padova (66°) risulta, dopo Belluno (68°), quella con l'indice di incidenza di decessi più basso. Seguono Verona, al 65° posto della classifica nazionale, Venezia (63°), Vicenza (61°), Treviso (58°). Chiude Rovigo, al 21° posto in Italia. Per numero "assoluto" di morti, è la Marca a contare il "picco" di vittime (10), seguono Padova, Vicenza e Verona (9), Venezia (8), Rovigo (5) e Belluno (2).

I SETTORI PIÙ A RISCHIO. Quello delle Costruzioni risulta ancora il settore che conta il maggior numero di vittime (sono 85, pari al 13,6 per cento del totale degli infortuni mortali). Al secondo posto le Attività manifatturiere (12 per cento delle vittime); al terzo posto Trasporto e magazzinaggio (9,3 per cento). Al quarto, invece, il Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione autoveicoli e motocicli con il 6,4 per cento delle vittime.

I LAVORATORI PIÙ COIVOLTI. Sempre quarantenni e cinquantenni i lavoratori più spesso coinvolti dagli infortuni mortali. Il 35,1 per cento di tutte le vittime del Paese aveva un’età compresa tra i 45 e i 54 anni (220 lavoratori) e il 24 per cento tra i 55 e i 64 anni (150 casi). Ma l’incidenza di mortalità più elevata rispetto alla popolazione occupata è quella degli ultrasessantacinquenni con un indice di 191,6. Le donne che hanno perso la vita nei primi nove mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 33. Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 98 pari al 15,7 per cento del totale.

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