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Cronaca Via Fra' Paolo Sarpi

Cadavere nel parcheggio: fu arrestato per le spaccate, stroncato dalla droga

Il corpo esanime di un uomo è stato segnalato nel pomeriggio di martedì in uno spiazzo poco lontano dalla stazione. Era Luca Smania, arrestato lo scorso anno per un furto in un bar

Tragico ritrovamento nel pomeriggio di martedì lungo via Fra Paolo Sarpi, nella zona della stazione di Padova, all'interno dell'omonimo parcheggio.

L'intervento

Sotto la pioggia battente, mentre luce del crepuscolo che lascia posto al buio, nell'area adibita a parcheggio un passante attorno alle 16.30 ha segnalato la presenza di una persona riversa a terra. L'allarme al 118 ha fatto intervenire sul posto un'ambulanza del Suem, che tuttavia nulla ha potuto fare per rianimare quello che, come confermato dalla polizia, era il 52enne padovano Luca Smania, senza fissa dimora.

L'overdose

Accertato il decesso, sono dunque stati gli agenti della questura a prendere in carico le indagini. Fin da subito si è propeso per la tesi del malore fatale, escludendo invece il gesto violento. Lo stato del cadavere, la zona e il passato della vittima pochi dubbi hann poi lasciato circa l'origine di quel malore, da ricercare in una dose letale di stupefacente. Accanto al corpo accasciato è stata infatti trovata una siringa, mentre tra i vestiti ci sarebbe stata ancora dall'eroina. Un'overdose avrebbe dunque stroncato il padovano, ennesima vittima dello stupefacente in una zona che richiama inevitabilmente diversi episodi analoghi.

Una lunga carriera criminale

Smania, 52 anni, aveva un passato da tossicodipendente e una serie di precedenti, dallo spaccio alla rapina, a costellarne la fedina penale. Il più noto è l'arresto a metà ottobre del 2018, quando fu accusato del furto al bar Al Vescovado e sospettato dei due colpi alla panetteria Carlotta e al bar Baessato, nella piena stagione delle spaccate nei locali del centro storico. Smania, all'epoca arrestato all'alba in via Marsala, oltre che dalle impronte digitali sulla scena del furto era stato incastrato da una serie di prove raccolte nell'abitazione della sorella a Villa del Conte, dove si rifugiava nei momenti che non passava bivaccando a Padova. Due giorni dopo, davanti al giudice, aveva confessato il colpo in via Vescovado ed era stato scarcerato. L'arresto era stato convalidato, ma il Gip aveva ritenuto sufficienti le misure cautelari dell'obbligo di dimora (nella casa della sorella) e dell'obbligo di firma in caserma. La paternità degli altri due furti non gli era invece stata attribuita, poiché degli stessi era accusato anche Amor Ben Lazhar Torch, poi inchiodato solo a una spaccata in galleria Borromeo.

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