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Cronaca

Bitonci: "Difendo il Natale a scuola, lo chiedono anche i musulmani"

Come annunciato sabato, il sindaco di Padova ha dato il via ai controlli negli istituti scolastici della città, per monitorare e preservare le tradizioni cattoliche. L'incarico è stato affidato all'assessore Vera Sodero

Sabato scorso, il sindaco di Padova Massimo Bitonci aveva annunciato di voler dare avvio, a partire da lunedì, a dei controlli mirati, all'interno delle scuole cittadine, per preservare le tradizioni cattoliche legate al Natale: "Voglio vedere i programmi - aveva dichiarato il primo cittadino - non si cancella il Natale e non si tolgono i crocifissi solo perché a qualcuno dà fastidio". Così è stato: lunedì, l'incarico di monitorare la questione è stato affidato al neo assessore Vera Sodero.

"DIFENDO IL NATALE NELLE SCUOLE". "Ho incaricato l’assessore Vera Sodero, insieme al dirigente competente, di verificare se, all’interno degli istituti scolastici comunali, siano in atto censure ovvero operazioni di disturbo, atte ad escludere e cancellare i riferimenti cristiani al Natale – ha dichiarato Bitonci –  il sindaco è primo cittadino e garante responsabile, fra l’altro, dell’autonomia scolastica a tutti i livelli e dell’armonioso svolgimento della vita sociale. Per questo mi appello a presidi e singoli insegnanti di tutti gli istituti padovani, anche di quelli statali, affinché difendano la libertà dei genitori cattolici, che sono la stragrande maggioranza e chiedono rispetto per i simboli della tradizione natalizia".

"LO CHIEDONO ANCHE I MUSULMANI". "I genitori italiani vogliono che i figli ricordino, anche a scuola, il Natale e il suo significato – ha concluso Bitonci – in questi giorni ho ricevuto numerose lettere da parte di cittadini preoccupati. Fra queste, ho accolto con grande favore quella di una rappresentante musulmana che, cito testualmente, ha sostenuto: 'Come cittadini Italiani di fede Islamica, non soltanto non abbiamo dunque alcuna particolare obiezione al fatto che, in un Paese di tradizione cristiana, si esibiscano i simboli religiosi e si commemorino le festività legate a questa tradizione – così come ci aspettiamo che avvenga coerentemente nei Paesi di tradizione Islamica – bensì non abbiamo nemmeno alcun interesse a promuovere una minore visibilità della “religiosità diffusa” che caratterizza questo Paese, che consideriamo anzi un’eredità spirituale in cui affondano le radici del dialogo e della comprensione reciproca. Invitiamo dunque a non presumere da parte nostra – né tanto meno attribuirci – alcun pregiudizio negativo circa la presenza di simboli religiosi cristiani o la commemorazione di festività cattoliche: al contrario, auspichiamo che questi possano anzi costituire per i nostri concittadini una rammemorazione della comune patria celeste, ed una forma di fedeltà agli insegnamenti delle tradizioni di fede, a fronte delle emergenze del nichilismo e della profonda crisi spirituale che ci troviamo a fronteggiare. Insieme'".

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