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Cronaca

Nuovo anno accademico, il rettore: "Grave danno salute cittadini ritardi nuovo ospedale"

Nel discorso all'inaugurazione del 795° anno del Bo, Rizzuto ha bacchettato i politici

Mercoledì pomeriggio, nell'aula Magna del Bo, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione - a cui si poteva partecipare su invito, ma trasmessa anche in streaming video e in diretta Facebook - del 795° anno accademico dalla fondazione dell'università di Padova. Dopo il discorso del rettore e le relazioni del direttore generale e del presidente del consiglio degli studenti, Romano Prodi è intervenuto su "La sfida globale: vi è un ruolo per la conoscenza?". A seguire, lo scrittore Paolo Giordano ha letto un testo del giovane James Joyce, composto dallo scrittore irlandese durante il suo soggiorno a Padova nel 1912. Il componimento di Joyce è oggi conservato nell'archivio storico dell'Università di Padova. Ha chiuso gli interventi la lezione inaugurale di Annalisa Oboe: "Rejoyce. Giacomo Joyce all’Università di Padova". Ad allietare la cerimonia è intervenuto il Concentus Musicus Patavinus del Bo.

IL NUOVO OSPEDALE. Nel suo discorso, il rettore Rosario Rizzuto ha bacchettato la classe politica locale sui ritardi nella realizzazione di un'opera "così importante" come il nuovo ospedale di Padova, ritardi che per Rizzuto si traducono in "un grave danno per la salute dei cittadini, per il prestigio del territorio e per le sue prospettive di crescita e innovazione". Entrando poi nel dibattito della campagna elettorale in corso, ha quindi invitato "chiunque si proponga per il governo della nostra città si impegni da oggi, con chiarezza di intenti e tempi, per la realizzazione del nuovo ospedale, in modo che diventi finalmente un progetto prioritario e condiviso dall’intera comunità cittadina".

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Di seguito il passaggio integrale tratto dal suo discorso, in cui il rettore ha affrontato il tema del nuovo ospedale:

Non posso concludere la riflessione sugli spazi senza affrontare il tema dell’infrastruttura nella quale opera la Scuola medica. La qualità scientifica e la professionalità assistenziale della nostra Scuola medica rappresentano in questo Paese un’eccellenza assoluta. Lo dimostrano i dati chiari e facilmente reperibili delle attività assistenziali e delle valutazioni nazionali e internazionali della ricerca. Padova è la prima istituzione europea per partecipazione a reti assistenziali per malattie rare, precedendo lo svedese Karolinska Institutet e gli altri grandi ospedali europei. È il primo ospedale italiano per numero di trapianti di organi (cuore, rene, polmone e fegato), è centro di riferimento e attrazione di pazienti fuori regione per la maggior parte degli ambiti clinici. Questa grande attività, e la formazione di medici e personale sanitario, avvengono in un ospedale disegnato secondo principi funzionali oggi superati e bisognoso di continui interventi di adeguamento e ripristino. Padova ha bisogno e merita un nuovo ospedale, concepito con la visione e l’organizzazione logistica dei grandi ospedali internazionali, un policlinico universitario nel quale la nostra Scuola medica possa mettere a beneficio dell’intera collettività le funzioni istituzionali di ricerca, didattica e assistenza. Il doveroso rispetto per le istituzioni che ricevono dal voto dei cittadini la legittimazione e la responsabilità delle scelte in tema di localizzazione e finanziamento della nuova struttura non ci può esimere dal ribadire con grande chiarezza che il continuo differimento di un’opera così importante è un grave danno per la salute dei cittadini, per il prestigio del territorio e per le sue prospettive di crescita e innovazione. Per questo, non possiamo che esprimere ancora una volta la nostra viva preoccupazione e chiedere che chiunque si proponga per il governo della nostra città si impegni da oggi, con chiarezza di intenti e tempi, per la realizzazione del nuovo ospedale, in modo che diventi finalmente un progetto prioritario e condiviso dall’intera comunità cittadina. L’Università darà con entusiasmo e competenza il proprio contributo per disegnare un ospedale moderno per concezione e organizzazione e per renderlo poi una sede di eccellenza della sanità italiana ed europea.

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