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Cronaca Arcella / Via Altichieri da Zevio

Omicidio all'Arcella, convalidato l'arresto per Budhwar: resta in carcere il reo confesso

All'alba di domenica la scoperta del corpo semi carbonizzato e trafitto da decine di coltellate. Lunedì il fermo. Oggi, dopo le quarantotto ore a disposizione del gip, la conferma

Arresto convalidato per Sanjay Budhwar, il 36enne indiano accusato dell'omicidio del connazionale Singh Hoshiar in via Altichieri da Zevio.

Le accuse

Accusato di omicidio volontario pluriaggravato, tentato omicidio e incendio, Budhwar resterà dunque in stato di fermo a disposizione dell'autorità giudiziaria. A convalidare l'arresto il giudice per le indagini preliminari Margerita Brunello che abbraccia la tesi accusatoria del pubblico ministero Andrea Girlando. Il pm fin dalla giornata di domenica ha torchiato per ore l'indiano fino a giungere alla conclusione che tutte le prove ne indicherebbero la colpevolezza. L'uomo ha ammesso l'omicidio del connazionale, ma non il tentato assassinio del vicino di casa pachistano aggredito a coltellate. resta dunque in carcere al Due Palazzi. Nel frattempo l'avvocato Barbara Cotrufo potrebbe richiedere una perizia psichiatrica: Budhwar avrebbe affermato di aver agito in preda a un delirio e di non ricordare praticamente nulla. Non si esclude perciò che la strategia difensiva pssa puntare sul farne riconoscere l'infermità mentale.

L'assassinio

Budhwar avrebbe agito nel giro di mezz'ora attorno alle 5 di domenica. Avrebbe sorpreso Hoshiar (che ospitava da qualche giorno nel suo appartamento al pianterreno del residence ibisco) nel sonno trafiggendolo con numerose coltellate su tutto il corpo. Molti i fendenti diretti alla gola, al cuore e al torace. Per gli ulteriori dettagli sulla tragica fine del 45enne bisognerà attendere i risultati dell'autopsia, cominciata oggi, della quale è incaricato il medico legale veneziano Antonello Cirnelli. Ucciso il connazionale Budhwar ha cercato di bruciarne il corpo per coprire le tracce dell'omicidio. Il cumulo di vestiti con cui lo aveva coperto faticava a bruciare e forse per questo l'omicida ha messo in piedi l'aggressione ai danni del dirimpettaio pachistano, tentando di far ricadere su di lui la colpa. Lo ha attirato nel suo appartamento e accoltellato alla gola, ma fortunatamente vittima è riuscita a scappare e avvisare i carabinieri.

Il fermo

Budhwar ha tentato la fuga, ha addirittura chiamato a sua volta il 112 sostenendo di essere stato aggredito, ma la sua pantomima è durata poco. Rintracciato nelle vicinanze del residence è stato trasferito in caserma e interrogato per ore. Inizialmente i sospetti sono ricaduti sul pachistano ferito ma, una volta dimesso e interrogato anche lui, sono emerse le incongruenze nella versione dell'indiano. In un valzer di accuse reciproche per gli inquirenti e il pm è stato chiaro che ad agire era stata la mano del 36enne.

Il movente e le indagini

Sul luogo del delitto è stato recuperato il coltello da cucina che sarebbe stato usato per l'uccisione. Il dubbio fondamentale resta il movente. Pare che i due indiani non si conoscessero: Budhwar avrebbe accettato di ospitare Hoshiar dietro richiesta di alcuni connazionali perché la vittima, a cui era scaduto il permesso di soggiorno, aveva bisogno di una sistemazione temporanea. Dissapori dovuti alla convivenza forzata, motivi economici, dinamiche sentimentali. Cosa abbia spinto il 36enne a trasformarsi in assassino potranno dirlo solo le indagini che proseguono a ritmo serrato.

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