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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Due Carrare

Suicida in carcere, da pagina Fb sindacato di polizia insulti terribili

"Uno in meno", "Più corde e sapone" e così via. Sono alcuni dei commenti contro l'assassino di Guerrino Bissacco, condannato all'ergastolo e poi morto impiccato nella sua cella. Indaga il Dap

Insulti su Facebook nei confronti del detenuto morto suicida nel carcere di Opera a Milano. L'uomo, un romeno di 39 anni, era stato condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'anziano vicino di casa Guerrino Bissacco, ucciso nella sua abitazione a Due Carrare il 6 giugno 2007. Lo straniero si è impiccato in cella, venerdì scorso. Il sindacato di polizia penitenziaria Alsippe ha pubblicato la notizia sulla propria pagina Facebook e il "Giornale di polizia penitenziaria" l'ha condivisa a sua volta.

I COMMENTI SU FB. Risultato: insulti di ogni genere all'indirizzo della vittima. "Speriamo che abbia sofferto", "uno in meno che ci sarebbe costato parecchi denari", "3 metri quadri a disposizione per qualcun altro", "più corde e sapone", "giustizia fu fatta", "oh, come sono dispiaciuto", "mi domando cosa aspettino gli altri a seguirne l'esempio". E così via.

INSULTI SCRITTI DAI POLIZIOTTI? Parole agghiaccianti, con il terribile sospetto che alcune siano state scritte da poliziotti. A chi invitava alla calma, per esempio, qualcuno ha ribattuto: "Lavora all'interno di un istituto, poi vedrai". Oppure: "Sicuramente i nostri colleghi saranno indagati". Che fanno pensare appunto ad agenti di polizia penitenziaria tra i commentatori.

L'INDAGINE DEL DAP. Inevitabile l'intervento del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap), che ha promesso una indagine mirata soprattutto per capire se davvero vi siano poliziotti coinvolti nei commenti.

SAPPE. "Esultare per la morte di un detenuto è cosa ignobile e vergognosa. Il suicidio in carcere è sempre - oltre che una tragedia personale - una sconfitta per lo Stato - lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe - e ci vuole rispetto umano e cristiano ancor prima di quello istituzionale. Chi ha dato dimostrazione della sua stupidità ed insensibilità se ne assumerà le responsabilità. Quel che è certo è che non rappresentano affatto le donne e gli uomini del corpo di polizia penitenziaria che ogni giorno lavorano nelle carceri con professionalità, abnegazione ma soprattutto umanità".

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