Omicidio Olivastri resta senza un colpevole: scagionato il fanghino, terza archiviazione

A 15 anni dall'omicidio di Maria Josè Olivastri, il caso si appresta ad essere archiviato per la terza volta senza un colpevole. Il fanghino finito nel registro degli indagati, come riportano i quotidiani locali, sarà infatti prosciolto, perché il suo lenzuolo, che pareva identico a quello nel quale era stato avvolto il corpo martoriato della donna, sarebbe simile ma non uguale a quest'ultimo, tant'è che i risultati delle analisi condotte dalla polizia scientifica avrebbero escluso un collegamento fra il massaggiatore e l'assassinio dell'avvenente e solare 42enne, strangolata l'8 agosto 2001 e trovata esanime in una canaletta a Terradura di Due Carrare.

IL FANGHINO. A riaprire il caso, finito anche su Chi l'ha visto?, era stato il pubblico ministero Vartan Giacomelli. Gli uomini della squadra Mobile avevano effettuato una serie di perquisizioni e ascoltato diversi testimoni. Il fanghino era stato messo sotto intercettazione telefonica, la sua abitazione era stata passata al setaccio, nell'estremo tentativo di rimettere insieme i pezzi di un puzzle, che ad oggi non è ancora stato composto.

IL DELITTO. Josè Maria Olivastri era una bella donna di 42 anni, quel giorno d'estate aveva accompagnato un amico a Montegrotto per poi mettersi alla ricerca di un lavoro come massaggiatrice negli alberghi della zona termale. Ma le sue tracce si perdono nell'arco di quella mattina, prima che l'amico l'aspettasse invano all'uscita dell'hotel dove si erano dati appuntamento alle 13. Gli investigatori si erano concentrati sul percorso che la Olivastri potrebbe aver compiuto prima di essere agganciata dall'assassino che dopo averla soffocata ha trasportato in macchina il suo corpo, avvolto in un lenzuolo, per poi abbandonarlo e scomparire nell'ombra. Ma, anche quest'ultima pista non ha portato alla risoluzione del caso.