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Cronaca Montagnana / Via Brancaglia

Accoltellò la moglie e si impiccò, due psichiatri indagati per omicidio

Svolta nell'inchiesta sulla tragedia del 4 febbraio scorso a Montagnana, quando l'81enne Pietro Zaramella, da tempo in cura per depressione, uccise la consorte malata Edda Rossetto, per poi uccidersi a sua volta

Colpito da una grave forma di depressione, venne dimesso dall'ospedale e, il giorno dopo, probabilmente in momento di forte crisi, accoltellò la moglie malata sul divano e si suicidò in una baracca vicino casa. Due psichiatri cinquantenni in servizio all'Ulss 17 sono ora finiti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio.

L'ACCUSA. La procura di Rovigo - come riportano i quotidiani locali - contesta ai medici una condotta omissiva per non aver impedito che l'uomo uccidesse la donna. Autorizzando le dimissioni dall'ospedale, avrebbero offerto un contributo causale all'autore che ha materialmente eseguito l’omicidio. L'azienda sanitaria non commenta gli sviluppi, ma in una nota difende l'operato dei propri medici.

L'OMICIDIO-SUICIDIO. La tragedia si era consumata lo scorso 4 febbraio, in via Brancaglia a Montagnana. Protagonista un anziano di 81 anni, Pietro Zaramella, che, impugnato un lungo coltello da cucina, lo ha conficcato per ben tre volte contro l'addome e il petto della moglie 80enne, Edda Rossetto, che si trovava sul divano all'ingresso dell'abitazione. Uccisa la consorte, l'uomo ha chiamato il 113, riferendo a sangue freddo del delitto appena commesso e annunciando che si sarebbe ammazzato a sua volta. Ha quindi portato a compimento il suo piano, dirigendosi in una baracca vicino alla casa adibita a garage dove si è legato una corda attorno al collo e si è tolto la vita. All'arrivo dei militari dell'arma l'anziano era già morto, così come la povera moglie.

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