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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Operazione "Bitcoin", incastrato il basista trevigiano di Lovato. Era il tramite coi fornitori

Proseguono le indagini della squadra mobile coordinate dal pm Roberti. Agli arrestati si aggiunge un 21enne, incaricato dello smercio nella Marca e di ricevere i preziosi carichi

Dopo un anno e mezzo di serrate indagini culminate nella retata del 9 ottobre, l'operazione "Bitcoin" continua a consegnare alla giustizia membri della vasta rete internazionale di spaccio messa in piedi dal barista Emanuele Lovato. Con la carcerazione di un 21enne trevigiano sale a 23 il numero degli arrestati.

Prove schiaccianti

Era indagato fin dal mese di ottobre Piero Pasqualin, l'aggancio nella Marca della cupola della droga padovana. Non solo, perché il 21enne era anche uomo di fiducia del "Dottore" Lovato, che gli affidava la gestione del denaro per pagare i fornitori e le comunicazioni criptate per organizzare l'arrivo dei pacchi. Più volte il giovane è stato immortalato dagli occhi elettronici disseminati dagli agenti della squadra mobile fuori dalla villetta di via Mentana, covo di lusso affittato da Lovato e dalla compagna Marianna Zoia (entrambi in carcere) per smerciare lo stupefacente. Pasqualin accoglieva i corrieri, scaricava personalmente gli scatoloni carichi di droga ordinata sul "deep web", contattava i fornitori scambiando messaggi autodistruggenti con la app Wickr.

In carcere

Raccolti tutti gli elementi che lo hanno inchiodato al suo ruolo nel sistema criminale gestito da Lovato, il gip di Padova ha emesso nei confronti del 21enne un'ordinanza di custodia cautelare notificata dagli agenti che lo hanno arrestato e trasferito in carcere lunedì pomeriggio.

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