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Cronaca Stazione / Via Ugo Foscolo

Hanno pagato l'appartamento con gli incassi della prostituzione: scatta la confisca

In questo scorcio di marzo Guardia di Finanza e Polizia di Stato hanno dato esecuzione al decreto emesso dalla Sezione Distrettuale delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia

Negli ultimi giorni di marzo il personale del comando provinciale della Guardia di Finanza e della Questura di Padova ha dato esecuzione a un decreto di confisca, ancorché non definitivo, emesso dalla Sezione Distrettuale delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia. L'operazione è avvenuta in via Foscolo. 

Cosa era successo

Nel luglio 2023 l’appartamento è stato sottoposto a sequestro con apposito provvedimento emesso dallo stesso tribunale di Venezia, a seguito di accertamenti patrimoniali da cui era emersa, in capo a due cinesi, la disponibilità di beni il cui valore era risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. L’immobile di pregio di 160 metri quadrati è stato successivamente affidato all’amministratore giudiziario nominato dall’autorità giudiziaria. Le indagini patrimoniali sono state eseguite dalla Divisione di Polizia Anticrimine - Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Padova e dalla Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e hanno riguardato due coniugi, gravati da molteplici precedenti penali e di polizia, tra cui sfruttamento della prostituzione e reati in materia di stupefacenti.

Le motivazioni

I proposti, ritenuti socialmente pericolosi sulla base delle previsioni del cosiddetto “Codice antimafia”, hanno manifestato una palese sproporzione tra il valore del patrimonio agli stessi riconducibile e gli esigui redditi dichiarati nell’ultimo decennio. Gli accertamenti svolti hanno consentito di rilevare che l’immobile sequestrato risultava la residenza familiare della coppia nonché della sorella del marito, cointestataria dello stesso, e che il mutuo ottenuto, pari all’80% del valore rogitato, è stato erogato in virtù di dichiarazioni non veritiere, concretizzandosi l’acquisto nello stesso arco temporale del procedimento penale relativo allo sfruttamento del meretricio. Nel dettaglio, è stato accertato come la provvista per il pagamento delle rate del mutuo, strumentalmente richiesto per celare la provenienza del denaro, sia stata costituita da bonifici bancari disposti dai proposti attingendo da carte prepagate e da versamenti di denaro contante, ritenuto profitto della fattispecie di reato sopra richiamata. All’esito del contraddittorio, la Sezione Distrettuale delle Misure di Prevenzione del tribunale di Venezia ha ritenuto di confermare il sequestro già operato, disponendo la confisca dell’immobile. L’operazione congiunta della Guardia di Finanza e della Questura di Padova rientra in una più ampia strategia di aggressione delle ricchezze di origine illecita, perseguita utilizzando gli incisivi strumenti offerti dalla normativa antimafia, e assume anche un rilevante valore “sociale”, consentendo di restituire alla collettività patrimoni accumulati nel tempo dalla criminalità.

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