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Cronaca

Abuso della professione di psicologo: confronto con le forze dell'ordine

Oggi si è svolto un convegno organizzato dall’Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto e al quale hanno partecipato esponenti della Guardia di Finanza e dei Carabinieri

Si è svolto oggi 19 novembre a Padova presso il centro Four Points - Hotel Sheraton il convegno dal titolo «Abuso della professione, dialogo tra ordine e giustizia per tutelare la cittadinanza e la comunità professionale» organizzato dall’Ordine delle Psicologhe e Psicologi del Veneto e al quale hanno partecipato esponenti della Guardia di Finanza e dei Carabinieri che hanno spiegato le modalità di presa in carico, indagine e intervento svolte dagli ispettori incaricati di approfondire i casi di abuso della professione e usurpazione di titolo.

I presenti

Sono intervenuti il tenente Alessandro Casula Com del Nucleo Operativo della Guardia di Finanza di Rovigo e il capitano Domenico De Luca del Comando Provinciale di Padova dei Carabinieri in rappresentanza del comandante Provinciale colonnello Michele Cucuglielli. Presenti anche il capitano Alessandro Dario Ragno del Nucleo di Polizia Ecomico-finanziaria della Guardia di Finanza di Padova in rappresentanza del Comandante provinciale colonnello Michele Esposito e il capitano Salvatore Randisi, Ufficiale Psicologo del Commando Interregionale dell’Italia Nord-Orientale della Guardia di Finanza.

I fatti

Un incontro che ha messo a fuoco la necessità di tutelare l’interesse pubblico affinché determinate attività delicate e socialmente rilevanti, quali per l’appunto quelle dello psicologo, vengano svolte solamente da chi possegga gli accertati requisiti formali e professionali e sui devastanti effetti negativi che potrebbero profilarsi per la collettività ove così non fosse. Per effettuare queste verifiche è stata istituita presso l’Ordine la Commissione Tutela come previsto dalla Legge Professionale dello Psicologo, che prescrive tra i compiti di un Ordine Regionale, di vigilare per la tutela del titolo professionale e svolgere le attività dirette a impedire l'esercizio abusivo della professione.

Dati raccolti dalla Commissione tutela nell'ultimo triennio 

«La Commissione negli ultimi tre anni (dati aggiornati al 31 luglio 2022) - spiega Michele Orlando, coordinatore commissione Tutela dell’Ordine degli Psicologi del Veneto - ha istruito 250 pratiche, circa 100 all’anno, più le richieste di chiarimento, ovvero i quesiti. Venti gli esposti relativi a sospetti casi di abuso della professione: 16 le diffide per presunta usurpazione di titolo e per dichiarazione di attività potenzialmente sovrapponibili o che potrebbero generare confusione. Altre 20 le pratiche sono state inoltrate ad altri Ordini per competenza territoriale, circa 280 i quesiti di altro genere. Come tutelarsi? Nel caso di sospetta violazione delle norme c’è la possibilità di fare una prima verifica controllando se la persona in questione sia regolarmente iscritta all’Albo Unico degli Psicologi sul sito dell’Ordine, all’interno del quale confluiscono i dati di chi è autorizzato allo svolgimento della professione di psicologo sul territorio italiano».

Gli abusi di professione

«E' complesso riconoscere un abuso di professione in ambito psicologico - spiega Luca Pezzullo, Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto - sono forme di abuso strutturate. Qual è il limite tra il colloquio psicologico e la “chiacchierata” come a volte viene definito furbamente da persone non qualificate che offrono prestazione borderline ai limiti della definizione professionale? In Italia c’è un mercato dell’abusivismo psicologico ampio ed articolato, di difficile identificazione che approfittando della difficoltà di definizione chiara ed univoca ha costruito un sottobosco. Abbiamo fondato la commissione tutela perché la salute pubblica è importante e per riuscire a mettere un filtro a queste situazioni di abuso. Il livello di “creatività” in questi abusi è alto: impressionate la capacità di girare intorno all’argomento e di negare l’evidenza.  Per questo è necessario sviluppare simmetricamente delle tecniche, degli approcci, delle reti istituzionali per il riconoscimento di questi reati che permettano di costruire una rete tra ordini professionali e forze dell’ordine, forze armate, procure e avvocati.  C’è un mercato in questo settore ancora poco conosciuto ma che impatta in termini economici in maniera importante e conta su intere filiere retrostanti: percorsi di formazione, pseudo-certificazioni creative, modalità di formazioni che talvolta creano schemi piramidali al loro interno, un sottobosco di illeciti».

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