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Cronaca

«Così ho contribuito a salvare una donna che minacciava di farla finita»

A parlare è stato oggi 21 dicembre l'agente della Polizia di Stato della Questura di Padova, Federico Magrì che ha ricevuto ieri la telefonata al 113 di una persona in difficoltà

Una donna di 44 anni in preda ad una crisi depressiva è intenzionata a togliersi la vita. In un ultimo istante di lucidità chiede aiuto al 113 e grazie alla professionalità dell'operatore al telefono di fatto può tornare a sorridere la vita, lavorando intensamente per lasciarsi alle spalle un momento difficile della sua esistenza. «Quando ho risposto alla chiamata al 113 mi sono trovato di fronte una donna che fin dai primi istanti mi è apparsa in difficoltà. Con un filo di voce ha detto che si era tagliata e aveva ingerito del detersivo». E' iniziato così il drammatico racconto dell'agente della Polizia di Stato della Questura di Padova Federico Magrì impegnato alla centrale operativa a raccogliere le segnalazioni d'emergenza della popolazione. 

Il racconto

«Sin dai primi istanti della telefonata - ha proseguito l'agente - ho intuito che ci trovavamo di fronte ad una vicenda che doveva essere affrontata con la massima priorità e soprattutto professionalità. Mentre tentavo di mantenere in vita la comunicazione con la donna in difficoltà, ho fatto convertire un nostro equipaggio, il Suem 118 e i vigili del fuoco nei pressi della sua abitazione. Ad un tratto la telefonata è caduta, non mi sono perso d'animo e l'ho richiamata più volte. Sono entrato non senza fatica in empatia con la signora e ho fatto in modo di rimanere al telefono con lei fino a quando non mi sono accertato che i colleghi delle Volanti non fossero entrati in casa».

«Nessun atto eroico, è la normalità»

L'agente Macrì ha concluso: «Non è la prima volta che mi capita di affrontare situazioni di emergenza come quella che ha visto coinvolto la signora in difficoltà. Ogni volta è una scarica di adrenalina incredibile, tuttavia per noi è diventata la normalità. Siamo addestrati attraverso una lunga formazione ad operare con la collettività. Abbiamo piena coscienza che l'approccio telefonico con la persona che chiama deve essere perfetto. Dobbiamo mettere la persona che chiama a suo agio, farle capire che desideriamo
il suo bene. Non appena riusciamo a conquistarne la fiducia il più è fatto. Se, viceversa, noi operatori ci facessimo sentire agitati o poco lucidi, il rischio che la situazione precipiti sarebbe più che mai concreto».

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