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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Fungeva da "segretaria" del baby pusher: nei guai una sedicenne

Gli investigatori della Squadra Mobile di Padova a seguito di segnalazione di alcuni residenti di via Adige, hanno fermato un uomo e una donna, lui tunisino e lei italiana recuperando oltre un etto di hashish, alcune dosi di cocaina e denaro contante

Lei padovana di appena 16 anni, lui un anno più grande tunisino. Insieme avevano creato una mini organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. Il loro operato non è passato inosservato agli investigatori della Squadra Mobile e sono arrivate le relative denunce con sequestro di droga. Un ennesimo intervento repressivo degli uomini della Squadra Mobile svela il coinvolgimento di una appena 16enne padovana incensurata in un giro di spaccio gestito da un gruppo di giovani stranieri nel sottopasso di via Adige. Denunciata per possesso di più di un etto di hashish assieme ad un 17enne tunisino, la ragazza pesava e confezionava la sostanza stupefacente direttamente nella scrivania della sua cameretta. Lui, con precedenti di polizia, è stato trovato in possesso anche di cocaina. Denunciati entrambi alla Procura della Repubblica per i Minorenni, i poliziotti hanno riaffidato la 16enne alla propria madre convivente ed il 17enne ad una comunità per minori di Padova.

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L'indagine

Da qualche giorno era stato segnalato ai poliziotti della Questura di Padova la presenza di sospetti pusher nell'area a ridosso del sottopasso ciclopedonale e della barriera ferroviaria tra via Adige e via Jacopo della Quercia, nei quartieri Sacro Cuore e Arcella San Bellino. Il gruppetto di nordafricani da parecchio tempo è stato notato avvicinarsi alle auto ed effettuare scambi con i conducenti. Un mercato illecito che si è concentrato soprattutto la sera e nel weekend. Che si trattasse di probabili pusher lo si capiva pure dal fatto che i giovani sono stati visti rovistare nella vegetazione posta a ridosso dei binari e del sottopasso lato via Adige. Sul tavolo degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Padova è così giunta la richiesta accorata di uno dei residenti della zona. L’azione dei poliziotti addetti al contrasto della criminalità diffusa non si è fatta attendere. Si sono appostati in due diversi punti del sottopasso di via Adige. Seppure non agevolati dalla scarsa luce presente in zona a quell’ora, i polizotti sono riusciti a scorgere i probabili pusher, intenti a​ scambiarsi la sostanza da spacciare o forse il denaro già accumulato. Hanno ritenuto fosse quello il momento più propizio per intervenire, ma ancora prima di riuscire a raggiungere ed afferrare il gruppo di soggetti, questi si sono dati velocemente alla fuga. Ad attirare su di sé l’attenzione, data l’evidente giovane età, è stata la ragazzina.

La ragazzina

Forse una probabile acquirente hanno pensato gli agenti. Ma alla loro vista quest’ultima si è prima disfatta di uno zaino e poi è scappata via. Allo stesso modo, prima di poter essere raggiunto, ha tentato di sottrarsi al controllo pure il 17enne tunisino. Quest’ultimo però è stato raggiunto subito, essendo stato peraltro visto gettare via alcuni involucri, che una volta recuperati sono risultati 7 dosi di cocaina e un modico quantitativo di hashish. I poliziotti hanno recuperato anche lo zaino lasciato sul posto dalla ragazzina. Al suo interno vi hanno trovato un panetto intero di hashish del peso di un etto, con sopra raffigurato un uomo vestito di rosso seduto su di una nuvola. Assieme alla droga anche alcune centinaia di euro, un mazzo di chiavi con l’inziale del nome della ragazza, ed un coupon con indicati il nominativo della giovane ed il suo numero di telefono. Ciò ha consentito agli agenti di individuarne l’indirizzo e di bussare a tarda sera alla porta della sua abitazione, non molto distante dalla zona.  I poliziotti hanno messo al corrente dei fatti la madre della ragazza, dopodiché hanno perquisito la camera di quest’ultima, trovando nel tiretto della scrivania altri 10 grammi circa di hashish, ma soprattutto un bilancino di precisione, altri involucri e materiale per il confezionamento delle dosi, a riprova che la 16enne era evidentemente da tempo dedita all’illecita attività.

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