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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Sacra Famiglia / Via Adria

«Suo marito ha provocato un incidente e rischia l'arresto»

L'ennesima truffa si è consumata ieri 10 dicembre in zona Paltana a Padova. La vittima una donna si 63 anni. Gli agenti della Squadra mobile hanno acciuffato il truffatore e recuperato la refurtiva

I poliziotti della sezione Reati contro il Patrimonio della Squadra Mobile hanno individuato ed arrestato un 23enne napoletano resosi responsabile di un ennesimo episodio di truffa del falso incidente. Domenica 10 dicembre, trascorse da poco le 13, alla sala operativa della Questura di Padova è giunta una segnalazione relativa ad una truffa del finto incidente stradale consumata appena mezz’ora prima ai danni di una 63enne pensionata residente in città nel quartiere Paltana. Proprio in quei frangenti, un equipaggio della Squadra Mobile era impegnato nella medesima zona in altro servizio volto al contrasto dei reati contro il patrimonio. All'altezza di via Adria la polizia ha incrociato un’auto sospetta provenire dalla direzione corrispondente al civico dell’abitazione segnalata. Sulla scorta degli elementi di conoscenza in precedenza acquisiti sul modus operandi adottato dai soggetti dediti a questo genere di reati, mentre gli agenti sul posto hanno raggiunto la vittima per ricevere tutte le informazioni necessarie, la descrizione dell’autore della truffa, un altro equipaggio si è portato nel giro di pochi minuti in stazione ferroviaria.

Il sopralluogo

Raggiunto lo scalo ferroviario i poliziotti sono riusciti ad individuare sul primo binario il sospettato, prossimo a salire su un treno diretto a Napoli: si tratta di un 23enne napoletano, con diversi precedenti specifici a carico. Sottoposto a perquisizione, il giovane è stato trovato in possesso di una scatola in alluminio, con all’interno diversi monili in oro tra cui 3 collane, 8 paia di orecchini, diversi ciondoli ed anelli e la somma di 240 euro, di cui 85 accertate poi essere state anch’esse sottratte alla vittima assieme ai preziosi ed alla scatola.​ Tutti gli oggetti sottratti, del valore approssimativo di 4mila euro, come pure la scatola dove erano contenuti, sono stati riconosciuti come propri dalla vittima in sede di querela.

Il truffatore è stato arrestato pochi istanti prima della fuga a Napoli

Il riconoscimento

La donna ha fornito pure una descrizione dettagliata del 23enne, riconoscendolo all’interno degli uffici, individuandolo con certezza quale autore della truffa. In particolare, ha denunciato di aver ricevuto nella tarda mattinata una telefonata sulla propria utenza fissa da parte di un soggetto dall’accento meridionale, presentatosi come brigadiere, che le ha detto che il marito era stato coinvolto in un incidente stradale causando il grave ferimento di una persona che rischiava adesso di rimanere paralizzata. L'ha messa al corrente che il consorte è stato trattenuto in caserma in stato di fermo e che i familiari della vittima dell’incidente hanno chiesto come cauzione il pagamento di 8mila euro necessari per ritirare la denuncia e non procedere all’arresto del responsabile. Spaventata e convinta dell’accaduto, la donna ha offerto tutto l’oro presente in casa, che avrebbe poi di fatto consegnato, assieme alla somma di 85 euro, ad un secondo soggetto presentatosi come collega del finto brigadiere.

L'arresto

Il 23enne è stato arrestato e, su disposizione del pubblico ministero di turno della Procura di Padova, trattenuto in custodia presso la Casa Circondariale. Diversi i truffatori di origine campana bloccati dalla Polizia di Padova negli ultimi mesi. Almeno sette, alcuni dei quali, hanno raggiunto il capoluogo veneto nonostante fossero già sottoposti agli arresti domiciliari nei comuni di residenza. Come già in precedenza indicato, è attraverso l’elenco degli abbonati alle utenze fisse che i truffatori individuano le loro potenziali vittime, solitamente persone anziane. Queste ultime vengono contattate più volte già nelle settimane precedenti al tentativo di truffa vero e proprio e, con scuse varie, gli vengono carpite informazioni come i nomi dei loro figli o nipoti e il lavoro che svolgono. Informazioni grazie alle quali viene poi attuata la truffa vera e propria, che consiste appunto nel fingere un grave incidente di cui uno qualsiasi dei familiari più stretti sarebbe responsabile e per tale ragione in stato di arresto. 

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