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Cronaca San Lazzaro / Via dell'Ippodromo

Pagare un canone Rai per un televisore che non c'è? La pasticceria Mazzari dice no

"Da anni paghiamo la diffusione radiofonica con tutti i suoi annessi e connessi - spiega il titolare - ma non ci sembra né giusto né corretto che ci si venga a chiedere di pagare per qualcosa che non esiste"

Una cosa è certa: non pagheranno. E non perché siano i novelli interpreti di una "dolce" disobbedienza civile, ma semplicemente perché credono di essere profondamente nel giusto.
Ferma la posizione della pasticceria Mazzari di via dell'Ippodromo, a Padova. Nei giorni scorsi, l'esercizio commerciale ha ricevuto dalla Rai la richiesta di pagamento per un "canone speciale alla televisione".

BOLLETTINO. "Di sicuro non è giunta solo a noi e va detto che alla lettera - spiega Vasco Mazzari - era allegato un bollettino per 242,47 euro che corrisponde ad un canone che va da giugno a dicembre 2016. Una bella cifra visto che "coprirebbe" soltanto un arco di sette mesi".

SCHERMO. Ma il problema è un altro: alla pasticceria Mazzari non c'è nessun televisore ma solo uno schermo, peraltro disposto in verticale, che informa i clienti sulla storia dell'azienda, sulle produzioni, sull'ora, sul tempo e fornisce anche qualche ricetta. Di tv, dunque, nemmeno l'ombra.

MAZZARI. "Va detto - aggiunge Maurizio Mazzari - che noi da anni paghiamo la diffusione radiofonica con tutti i suoi annessi e connessi (nel senso che non c'è solo il canone, ma ci sono anche la Siae e i diritti fonografici), ma non ci sembra né giusto né corretto che ci si venga a chiedere di pagare per qualcosa che non esiste".

PRECEDENTI. La questione si trascina da qualche anno, da quando cioè la Rai, all'inizio di questo decennio, aveva cominciato a pretendere da tutte le imprese il canone per il semplice motivo che disponevano di un monitor, compreso quello del computer che serviva a fare le fatture. La protesta fu tanta e tale che il Mise, il ministero dello Sviluppo economico, dovette metterci una pezza specificando che un semplice monitor non costituisce tv e che per essere considerato tale un apparecchio deve poter disporre di sintonizzatore.

IMPOSTA. "Ci siamo documentati - continuano i Mazzari - e a noi risulta che non devono scontare l'imposta né il monitor del computer, né il video che è collegato con sistema a circuito chiuso di videosorveglianza né tantomeno i teleschermi sui quali vengono proiettati eventuali video di pubblicità per i clienti, in quanto si tratta di semplici "scatole" dove non è possibile trasmettere programmi televisivi".
 

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