Polizia locale impegnata contro il terrorismo, il sindacato: "Servono corsi di formazione"
I rappresentanti di categoria chiedono protocolli operativi definiti e una valutazione dei rischi. Una lunga lettera finisce sul tavolo del sindaco Giordani
La polizia locale si appella al sindaco di Padova, Sergio Giordani, per chiedere urgentemente un corso di formazione dedicato alle misure anti-terrorismo da adottare durante le manifestazioni ad alto livello di pericolo. Il sindacato di categoria si pronuncia con parole forti nei confronti del governo italiano attraverso una lunga lettera di denuncia.
LE CARENZE.
"La situazione di 270 lavoratori padovani riflette la situazione degli altri sessantamila sparsi per il territorio italiano", scrivono i rappresentanti del sindacato, "dimenticati dalle Istituzioni e quotidianamente usati spesso oltre le proprie specifiche competenze e mandati allo sbaraglio per coprire le inefficienze e le colpevoli mancanze dello Stato Italiano. Siamo coscienti che Lei, in qualità di primo cittadino, non ha la bacchetta magica e non può da solo risolvere le gravi problematiche della categoria, ma in qualità di responsabile del personale alle dipendenze dell'Ente che guida, ha l'obbligo di salvaguardare in primis la sicurezza e la salute dei sui dipendenti, e di non trascurare le istanze che da essi o dai loro rappresentanti provengono, facendosene se occorre, portatore presso tutte le sedi istituzionali, dall'Anci, ai Ministeri competenti fino al Parlamento"
GLI EVENTI.
"Queste "eterne" problematiche, sono ora portate prepotentemente alla ribalta dai recenti attentanti terroristici sparsi per tutta Europa con minacce esplicite di attacchi violenti nei confronti dell'Italia da parte di frange terroristiche collegate all'ISIS. Le dichiarazioni e le circolari del Ministro dell'Interno, On.le Minniti, non ci tranquillizzano affatto in quanto hanno scoperto il nervo molto dolente del problema della gestione della sicurezza nelle nostre città, dopo una lunghissima politica forsennata di tagli praticati nei confronti del settore, che ha indebolito le altre Forze di Polizia deputate a tali compiti e che ha anche come conseguenza diretta - stante gli auspici del Ministro che prevede "un attento monitoraggio relativamente agli eventi e alle iniziative già programmate sul territorio in sinergia con le Polizie Locali" - l'utilizzo appunto del personale delle Polizie Locali in tal senso".
GLI APPELLI.
"Ora la situazione per noi è molto chiara: nonostante i numerosi appelli fatti dallo scrivente Sindacato nel corso degli anni, nessuna Amministrazione locale, nemmeno quella di Padova, in assenza di un quadro normativo certo, si è mai presa la briga di formare adeguatemene il proprio personale nell'ambito della gestione dell'ordine pubblico in rapporto alle funzioni ausiliare di P.S. per cui riteniamo irrealizzabile ogni suo utilizzo in servizi di ordine pubblico finanche il suo utilizzo in manifestazioni pubbliche con alto livello di pericolo. Non si affermi che il nostro compito è solamente viabilistico e che quindi non ci espone a rischi elevati, per cui possiamo essere utilizzati per i classici "servizi di competenza" che ritroviamo spesso citati nelle ordinanze questorili, perché i fatti di Parigi, Nizza, Barcellona e gli altri, hanno dimostrato che chiunque indossi una divisa è un bersaglio facile. Desidero inoltre rammentare a tutti coloro che leggono la presente, che nel territorio, appiedati, nelle promenade delle città, e non di rado addirittura in servizio isolato (grazie alla lungimiranza di qualche collega graduato), ci sono gli operatori di Polizia Locale e non le altre Forze di Polizia, molto più presenti in servizio di pattugliamento dinamico con veicoli di servizio o in abiti borghesi".
LA MINACCIA.
"Possiamo comprendere l'accorato appello del Ministro di fronte ad una minaccia così seria ed imminente, e non vogliamo certo sottrarci ai nostri doveri, ma non possiamo permettere che le gravi e colpevoli mancanze ricadano nuovamente sulle nostre spalle. L'impressione è che ogni tanto la politica quando è in difficoltà si ricorda di noi e ci tira in ballo. Il Ministro degli interni cerca più "sinergia". I sindaci cercano di ubbidire tirando e stirando i contratti di noi impiegati comunali in divisa ed il Ministro delle Finanze, nel frattempo, sguinzaglia gli ispettori che scoprono l'acqua calda e cioè che il contratto non è stato pedissequamente rispettato e che magari si devono anche rifondere quei pochi spiccioli in più eventualmente percepiti dal personale attraverso l'unica risorsa disponibile rappresentata dall'attività progettuale. Questa è la sintesi estrema della situazione".
I PUNTI.
"Riteniamo indispensabile dunque l'avvio immediato di un tavolo tecnico, dapprima all'interno dell'Ente, che porti al confronto la parte politica, quella tecnico-datoriale di settore e i rappresentanti dei lavoratori, su tutta l'attività svolta dalla Polizia Locale di Padova al fine di una sua rimodulazione che parta, non necessariamente dalle risposte che la politica deve fornire all'elettorato, ma che tenga conto in primis sia delle reali possibilità offerte dalla normativa inadeguata in materia di Polizia Locale (ferma sostanzialmente alla legge 7/3/1986 n. 65) sia della carenza di personale rispetto alle effettive esigenze; dell'adozione di protocolli operativi chiari ed inequivocabili che individuino le specifiche competenze e le modalità d'azione, nonché le modalità di attuazione di eventuali piani di intervento alla luce di una valutazione dei rischi collegati alle varie attività in capo alla Polizia Locale; dell'adozione di provvedimenti che implementino lo scambio informativo con le altre Forze di Polizia così come previsto dalle circolari emanate dal Ministero degli Interni; dell'adozione di provvedimenti atti a rendere permanente, implementatola, la preparazione tecnica, operativa e psicologica, degli operatori di Polizia Locale in primis per coloro che sono deputati a coordinare ed comandare il personale in strada".