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Cronaca

Occupazioni abusive, al via il maxi processo per 75 persone: attivisti in presidio al tribunale

Afferenti e sostenitori del Comitato lotta per la casa di Padova si daranno appuntamento giovedì mattina al palazzo di giustizia dove prenderà il via il processo

Sono accusate a vario titolo di occupazione abusiva, resistenza, minaccia e violenza a pubblico ufficiale le 75 persone che giovedì 19 dicembre affronteranno la prima udienza del processo di primo grado nato sulla scorta di una serie di occupazioni e sit in promosse dagli attivisti. Undici, ritenuti i vertici dell'organizzazione, devono rispondere anche di associazione a delinquere. Compagni e sostenitori gridano la loro innocenza e lo faranno anche davanti al tribunale dove alle 10 allestiranno un presidio.

L'emergenza abitativa

«È un attacco gravissimo e infamante nei confronti di chi non si è voluto rassegnare a perdere la casa ma anzi ha deciso di lottare e non lasciarsi sopraffare dal menefreghismo e dalle decisioni politiche di chi dovrebbe gestire l’edilizia pubblica» hanno spiegato dal Comitato lotta per la casa di Padova. Il dito è puntato sia contro la politica che contro Ater, proprietaria degli immobili che gli indagati sono accusati di aver occupato indebitamente. «La precarizzazione del mercato del lavoro, i tagli e le delocalizzazioni hanno fatto sì che pagare un affitto sia oggi quasi impossibile per una persona su tre» aggiungono «In Veneto la situazione peggiora grazie ad Ater, che nonostante il bilancio in attivo continua ad aumentare i canoni e svendere gli immobili che dovrebbero invece accogliere i più bisognosi». Il riferimento colpisce in particolare la Legge 39/2017 entrata in vigore a luglio, che secondo i nuovi parametri Isee-Erp ha causato l'aumento di migliaia di affitti scatenando una viva protesta.

Le occupazioni

E dalle richieste di Ater di rientrare in possesso di diversi stabili occupati abusivamente tra il 2013 e il 2015 è nata l'indagine condotta dalla procura e culminata con l'imminente processo. Secondo l'accusa in quel lasso di tempo gli attivisti si sarebbero organizzati in modo massivo per impedire gli sfratti programmati da Ater nei confronti degli occupanti abusivi in varie zone della città. Occupanti che lo stesso comitato avrebbe reso tali, insediandoli nelle residenze sfitte senza passare per la graduatoria ufficiale di assegnazione. Per impedire gli sgomberi avrebbero chiamato a raccolta altri manifestanti, creando dei sit-in nei luoghi degli sfratti minacciando e intimidendo i funzionari incaricati. Sono inoltre indagati tutti gli inquilini, per lo più stranieri, che in quel periodo hanno occupato abusivamente gli immobili. A quei fatti si sono sommati la scorsa estate altri episodi analoghi, con due sgomberi del mese di giugno nel quartiere Palestro e l'arresto di due manifestanti.

La rivendicazione

«Rivendichiamo tutti i trenta picchetti antisfratto che ci vengono contestati e che hanno invece facilitato i rinvii a degli sfratti che avrebbero messo le famiglie in strada o separate nelle comunità. Rivendichiamo le occupazioni di appartamenti pubblici chiusi e disabitati da anni, lasciati a marcire e destinati alla vendita all'asta. Basta case senza gente, basta gente senza case» proclamano gli attivisti che domani saranno riuniti davanti al tribunale.

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