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Cronaca Sant'Urbano

Prima udienza per l'uccisione di Mauro Guerra: imputato il maresciallo Pegoraro

Al trentaduenne di Carmignano di Sant'Urbano era stato imposto un Tso che però nessuno aveva autorizzato. La famiglia chiede verità e giustizia

È iniziato mercoledì il processo per la morte del giovane Mauro Guerra, rimasto ucciso a Carmignano di Sant'Urbano il 25 luglio del 2015. Quel giorno i carabinieri avevano cercato per ore di convincere Mauro a farsi ricoverare. C’è, dicono, una richiesta di Tso (trattamento sanitario obbligatorio) nei suoi confronti. In aula anche una delegazione di Ultras del Padova e del Brescia.

La morte

Alla fine Mauro finge di accettare il ricovero, si dirige verso l’ambulanza ma la supera e si mette a correre, passa davanti al bar e poi alla chiesa urlando che lo vogliono arrestare. Non è armato. L’inseguimento prosegue in mezzo ai campi fino a quando un carabiniere lo blocca e gli ammanetta un polso. Mauro si divincola e colpisce il militare, sarà ricoverato in ospedale ma dopo 24 ore il militare verrà dimesso. Un secondo carabiniere, Pegoraro appunto, gli spara da distanza ravvicinata, non più di un metro e mezzo, stabilirà la perizia, e lo colpisce al petto. 

I testimoni 

Secondo i testimoni presenti, nonostante sul posto sia arrivata una seconda ambulanza e dall’alto sia pronto un elicottero per il soccorso, il corpo di Mauro Guerra rimane a terra per quasi tre ore. Nessuno verifica i parametri vitali, nessuno permette ai familiari, che pure erano presenti durante tutta l’operazione dei carabinieri, di avvicinarsi. 

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