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Venetisti a processo, sit-in in tribunale: aggredirono la polizia durante uno sgombero

Sei militanti del Comitato Liberazione Nazionale Veneto sono comparsi davanti al giudice a Padova. Sono accusati di resistenza, lesioni e rifiuto di fornire le proprie generalità

Occuparono abusivamente un immobile e, quando la polizia si presentò per lo sgombero, opposero resistenza colpendo con un pugno un agente. Sei dei circa trenta militanti venetisti presenti quel giorno a Cadonghe dopo due anni sono finiti a processo. Per la prima udienza i loro sodali hanno sventolato il leone di San Marco davanti al palazzo di giustizia di Padova.

Lo sgombero e il processo

Si è svolta martedì mattina la prima udienza del processo di stralcio che vede sul banco degli imputati sei membri del Comitato Liberazione Nazionale Veneto. Si tratta di sei persone afferenti al movimento venetista, chiamate a rispondere di un episodio violento svoltosi a Cadoneghe il 2 settembre 2017. All'epoca una trentina di militanti avevano occupato uno stabile in via Cà Ponte, nelle campagne tra Mejaniga e Reschigliano, di proprietà del Comune che lo aveva espropriato al precedente proprietario. Quel giorno la questura aveva organizzato lo sgombero dell'immobile e l'allontanamento dei venetisti, ma gli agenti si erano trovati davanti a una strenua resistenza da parte degli occupanti. Si era arrivati al corpo a corpo, con un poliziotto colpito da un pugno in pieno volto.

Le denunce

Dopo quei fatti la digos di Padova aveva avviato un'indagine, culminata qualche mese più tardi con la denuncia di sedici militanti presenti nella cascina occupata. Sei di loro sono poi stati accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità.

Il sit-in

Martedì mattina l'udienza si è svolta senza intoppi, nonostante all'ingresso del tribunale si sia svolto un presidio non autorizzato da parte di altri sodali del Comitato Liberazione Nazionale Veneto. Un drappello di quindici persone, non autorizzato, si è radunato davanti al palazzo di giustizia gridando la propria solidarietà ai militanti imputati sventolando le bandiere con il leone di San Marco e le insegne della "Republica Veneta”. I militanti rischiano una denuncia per manifestazione non autorizzata.

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