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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Bassanello / Lungargine Scaricatore, 37

Il prof. Maiorana: "Su Genova la penso come una settimana fa, sul Bassanello speculazioni che non esistono"

Il professor Maiorana, ingegnere strutturista e Ordinario di Scienza delle Costruzioni all’Università di Padova torna sulla vicenda del Ponte Morandi e critica Federcontribuenti

Incontriamo il professor Maiorana, ingegnere strutturista e Ordinario di Scienza delle Costruzioni all’Università di Padova, in un bar a pochi metri dal ponte del Bassanello. Lo avevamo contattato per avere un parere competente su quanto accaduto a Genova, la tragedia del crollo del Ponte Morandi.

Competenza e Bassanello

Sta sorseggiando una spremuta d'arancia, molto fredda, e sta leggendo articoli, guarda caso, riguardanti perizie e notizie che riguardano il tragico fatto.  “Il controllore e il controllato non possono coincidere, invece anche il caso di Genova fa emergere le solite magagne, tipicamente italiane. Come è tipico malcostume di casa nostra, anche questo ergersi a esperti di tutto. Succede dopo i terremoti, sta succedendo anche ora dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova”. E’ la prima cosa che dice, il professore. Cordiale, gentile, toni sempre pacati, quando sembra potersi spazientire usa l’arma dell’ironia.

Così abbocchiamo all’amo e rilanciamo: si riferisce per caso a qualcosa in particolare? “Nel caso specifico, i ponti, la questione è puramente tecnica. Invece, ho visto che Federcontribuenti è uscita con questa iniziativa, demagogica e poco seria, in cui dichiara che il ponte del Bassanello è a pericolo crollo, addirittura perché ci passa il tram. Mi chiedo, ma chi si è espresso in questo modo? Chi ha chiamato Federcontribuenti, un tecnico competente? Nessuno, questo è il punto. Il primo decisivo punto”.

Politica e tecnica

Ordina una spremuta anche per noi: “Col ghiaccio, vero?”. Quelli di Federcontribuenti parlano di evidenze, si appellano alla cittadinanza affinché denuncino certe situazioni: “Non scherziamo. Bisogna saper giudicare qual’è l’eventuale problema in una struttura, in un edificio, non si può fare così, a caso”.

Mostriamo così al professore le immagini che Federcontribuenti ha dato alla stampa, parlando di grave pericolo. Sono particolari del ponte del Bassanello, foto scattate poco prima della conferenza stampa in cui veniva lanciato l’allarme da Paccagnella. Il professore le osserva: “Non bisogna speculare su certe situazioni. Non ha senso. Questo crea allarme per niente. Non si può andare a chiamare i cittadini a cercare minime lesioni in giro. I ponti, in particolare, sono materia per strutturisti. E’ chiaro che la gente vuol sapere come stanno le cose, questo è giusto, ma da qui a passare tutti per competenti esperti ce ne passa. Però questo atteggiamento io lo trovo pericoloso, sbagliato. Non è di questo che c’è bisogno, ma di certezze. Fare queste battaglie senza uno specialista, uno accreditato, che dava un giudizio sul ponte del Bassanello poteva avere un senso. Così invece… qui non c’è nulla di politico, è una questione tecnica. Se qualcuno davvero la vuole cavalcare, servono le competenze”.

Genova

Lo dice sorridendo, il professore, ma l’argomento lo amareggia. E’ l’unico passaggio in cui cambia tono: “Gli indizi  a Genova c’erano, per intervenire sulla terza antenna. Hanno aspettato e guarda che è successo. Bisogna essere veloci a reagire alle avvisaglie. Se è vero che c’era un rapporto firmato in cui tutti dichiarano che tutto va bene, non può essere che poi va a finire così. Mi fa incavolare questo fatto, non si doveva arrivare a quel punto, a questo dramma. Bisogna saper dare dei giudizi dal punto di vista obiettivo. Bisogna quindi essere slegati da logiche, bisogna essere liberi da vincoli per potere prendere decisioni di questo tipo”.

Andiamo a vederlo questo ponte, chiediamo al professore. Così ci alziamo e ci incamminiamo sul marciapiede verso il Bassanello. Stanno passando i tram, si incrociano, vanno nelle due direzioni opposte: “Sono state fatte perizie, studi, ci sono professionisti quotati dell’università di Padova che se ne sono occupati, come si può pensare che non si sia considerato l’impatto del tram sul ponte? E’ una speculazione che non esiste”. Dopo avergli fatto ancora una serie di domande osservando il ponte da diversi punti, si finisce per tornare su quanto accaduto a Genova. E' sempre del parere che sia crollato per il collasso del pilone centrale? "L'idea rimane la stessa. Le cause che avevo individuato sono confermate dalle notizie di questi giorni. Il calcestruzzo nel tempo è stato oggetto di attacchi di agenti aggressivi chimici. La seguente corrosione dell'armatura metallica con la consenguente diminuzione della sezione utile degli elementi diminuisse. Non posso credere che ad andare in crisi sia stato uno strallo. Se fosse provato, cosa che non è, che la crisi è partita da lì e si è estesa sul resto della struttura mi lascia assolutamente incredulo. Penso invece che la crisi sia partita da una delle aste del pilone centrale che può aver ceduto". 

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