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Cronaca Vigodarzere

"Accoglienza profughi non c'entra con attività di agriturismo": il Tar dà ragione alla Provincia

Vigodarzere: il Tar dà ragione alla Provincia per la revoca dell'autorizzazione all'agriturismo

Il Tar del Veneto ha dato ragione alla Provincia di Padova che, lo scorso novembre, aveva revocato ad un agriturismo di Tavo di Vigodarzere l’autorizzazione ad esercitare l’attività perché ospitava profughi e non turisti. La terza sezione del Tribunale amministrativo ha quindi confermato la procedura avviata dall’Amministrazione provinciale che, in seguito ai sopralluoghi effettuati dal Servizio provinciale Agricoltura, aveva accertato l’utilizzo dei locali destinati all’attività agrituristica per alloggi destinati a immigrati. Il ricorso era stato presentato dalla titolare dell’agriturismo.

REQUISITI AGRITURISMO. "Gli agriturismi si chiamano così perché rispondono a requisiti precisi - ha spiegato il presidente della Nuova Provincia di Padova Enoch Soranzo - è lo stesso Tar che ne rimarca, nella sentenza, le caratteristiche di complementarietà e connessione con l’attività agricola tradizionale e l’importanza turistica. La loro nascita e diffusione deriva dalla volontà di salvaguardare le risorse ambientali e le usanze locali nell’ottica di incentivare lo sviluppo del turismo sostenibile e rurale. La Provincia ne ha sempre sostenuto, difeso e incentivato la valorizzazione perché strategica per il territorio e quindi ha il dovere di tutelare questo prezioso patrimonio".

ACCOGLIENZA PROFUGHI. La sentenza cita come, già negli anni 2012 e 2013, l’impresa abbia dato ospitalità ai profughi per fronteggiare il fenomeno emergenziale degli sbarchi. Poi, dall’ottobre 2014, ha aderito ad un accordo con la Cooperativa "Villaggio globale" di Marghera (Venezia) per il servizio di alloggio, nei propri locali, di immigrati richiedenti asilo inviati dalla cooperativa stessa in collaborazione con la Prefettura di Padova. Di conseguenza, l’Unione dei Comuni del Medio Brenta ha ordinato la chiusura immediata dell’attività agrituristica. La Provincia stessa aveva accertato l’utilizzo non conforme dei locali tanto che, si legge nel dispositivo del Tar, solo nel 2015, l’intero reddito non derivava dall’attività agrituristica, bensì dall’accoglienza dei profughi.

ACCOGLIENZA INCOMPATIBILE CON AGRITURISMO. "È una sentenza che rende merito all’attività della Provincia e che, soprattutto, tutela chi rispetta le regole - ha spiegato il consigliere provinciale all’Agricoltura Vincenzo Gottardo - gli agriturismi sono gli ambasciatori delle specificità e delle tipicità del territorio, i nostri controlli non sono mai stati repressivi, ma tutelativi verso chi, con sforzo e sacrificio, esercita queste attività secondo le leggi vigenti. L’accoglienza dei profughi non ha nulla a che vedere con l’agriturismo, tanto meno possiamo accettare che ne metta a rischio l’esistenza".

IL TAR DÀ RAGIONE ALLA PROVINCIA. La sentenza riconosce che l’accoglienza dei profughi che richiedono asilo politico non si qualifica come elemento costitutivo o requisito dell’esercizio di attività di turismo agricolo. "Corretta - conclude il dispositivo - è pertanto la determinazione della Provincia di revocare il riconoscimento del possesso dei requisiti per l’esercizio delle attività turistiche connesse al settore primario".

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