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Cronaca Rovolon

Sui profughi Rovolon si divide, in 200 contro il progetto: bloccato

Oltre duecento persone, martedì sera, davanti alla chiesa per dire "no" all'iniziativa di ospitare alcuni immigrati nella casa di accoglienza "Don Domenico Savio". "Rovolon che accoglie" organizza una raccolta firme

Martedì sera oltre duecento persone si sono presentate davanti alla chiesa di Rovolon per dire "no" all'accoglienza di un piccolo gruppo di profughi. Mamme e bambini che l'associazione "Per un sorriso" sarebbe disposta ad ospitare nella casa di accoglienza "San Domenico Savio". Sul cancello all'ingresso della struttura è anche comparso un lenzuolo con una scritta in rosso: "No ai profughi. Paroni a casa nostra".

"PER UN SORRISO". "Dagli anni Novanta abbiamo ospitato più di 600 bambini provenienti da Chernobyl - spiega Paolo Prati, vicepresidente dell'associazione 'Per un sorriso' - finita quell'emergenza abbiamo messo a disposizione la nostra casa, ristrutturata, appunto per i profughi in arrivo da Lampedusa. Quattro nostri soci - continua - erano andati lì per spiegare che non c'è alcun pericolo di un'invasione di profughi in paese (si tratta solo di 4 o 5 mamme con 6 o 7 bambini al massimo), ma sono stati insultati pesantemente, e quindi se ne sono andati via sconvolti".

OPERAZIONE SOSPESA. "È molto triste - dichiara Don Luca Favarin, incaricato del coordinamento dell'operazione assieme alla sua cooperativa 'Percorso vita onlus' - abbiamo la possibilità, le risorse, le capacità per accogliere questi bambini che con le loro mamme scappano dalla guerra, e si è alzato un muro incomprensibile. Vista la contrarietà di tanti - spiega - adesso l'operazione è sospesa".

IL SINDACO. "Ho espresso un parere negativo in merito al progetto di accoglienza a Rovolon in quanto non risolutivo dei problemi e privo di una visione che vada al di là della durata del sussidio e che tuteli il futuro dei cittadini e dei rifugiati stessi - sottolinea il sindaco Maria Elena Sinigaglia - comprendo comunque umanamente i cittadini sostenitori del 'sì', in quanto alla base vi è un sentimento sincero di solidarietà, che nulla ha a che vedere con i contributi statali".

"ROVOLON CHE ACCOGLIE". A sostenere il progetto di accoglienza in paese, la lista "Rovolon che accoglie", che ha organizzato una raccolta firme per sensibilizzare i cittadini: "Noi pensiamo che dieci donne e altrettanti bambini che scappano da una guerra - dichiarano - abbiano il diritto di essere ospitati e curati".

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