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La squadra Mobile ha arrestato per tentata rapina due pregiudicati che, in via Bagnoli a Cadoneghe, stavano per derubare il gestore del ristorante "Al Gambaro"

La squadra Mobile della polizia di Padova ha arrestato per tentata rapina due pregiudicati che, in via Bagnoli a Cadoneghe, stavano per rapinare il gestore del ristorante "Al Gambaro", intento a portare l’incasso del weekend nella vicina cassa continua della Banca Montepaschi di Siena.

I DUE ARRESTATI. I due arrestati sono già noti alle forze dell'ordine. Uno di questi è A.P., 59 anni, residente a Padova ma originario di Mirano, pluripregiudicato, specializzato in rapine a portavalori e banche, ex della mala del Brenta, appena uscito dopo 13 anni di carcere con sconto di pena (la condanna era a 30 anni). Ha riferito ai poliziotti di essere "costretto a fare rapine per guadagnarsi da vivere", visto che l’unico lavoro che gli è stato proposto avrebbe previsto uno stipendio di 600 euro al mese. L'uomo, in passato, è stato co-imputato con S.G., legato alla Mala del Brenta e noto per aver trafugato il mento di Sant’Antonio con richiesta di riscatto. Il secondo arrestato è F.C., 62 anni, residente a Jolanda di Savoia in provincia di Ferrara, ma originario di Milano, noto per rapine ai danni di orafi. 

LA RAPINA SVENTATA. Lunedì mattina, attorno alle 11, nel corso di controlli in occasione del ponte, i poliziotti hanno riconosciuto i due, vestiti di nero, all’interno di una Fiat 500 e li hanno inseguiti. I malviventi hanno prima fatto un giro di perlustrazione nei dintorni della trattoria "Al Gambaro", poi si sono diretti verso la cassa continua, e qui hanno parcheggiato. Gli agenti sono rimasti fermi in attesa di capire quale fosse il loro obiettivo e, quando li hanno visti infilarsi gli scaldacollo neri e i guanti, sono intervenuti. A.P. era armato, aveva sulla cinta una pistola. Durante la perquisizione, nella Fiat 500 sono state rinvenute delle fascette da elettricista, che probabilmente i due avrebbero utilizzato per immobilizzare la vittima, dei guanti e due telefoni cellulari del valore di venti euro, comprati appositamente per la rapina.

AUTO E TARGHE RUBATE. La Fiat 500 è risultata rubata a Maserada sul Piave (Treviso) l’11 gennaio 2017; le targhe, invece, erano state rubate due mesi fa. A distanza di 200 metri, i poliziotti hanno trovato altri due mezzi: un Fiat Doblò oggetto di furto a Vigodarzere e una Opel Zafira sottratta, invece, a Pordenone. Anche su questi veicoli le targhe erano state sostituite con altre rubate. Al loro interno sono state trovate un’altra pistola e della benzina. Il modus operandi dei due, infatti, prevede di dare fuoco alle auto usate per mettere a segno i colpi. Le due pistole sequestrate (con cifra di riconoscimento abrasa) sono una 357 e una beretta 775, cariche con proiettili cavi. 

I CAPI DI ACCUSA. Su entrambi gli arrestati pendono i capi d’accusa di tentata rapina, possesso di armi, ricettazione (relativo alle targhe) e riciclaggio (relativo ai veicoli).

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