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Cronaca Piazze / Piazza Eremitani, 8

Restaurata la Sacra famiglia con sant’Orsola, dipinto attribuito a Rocco Marconi. Presentazione agli Eremitani

L'opera risale al periodo successivo al 1516, anno in cui il vecchio maestro Giovanni Bellini muore. Presenti alla conferenza tutte le componenti che hanno reso possibile il restauro

A fare gli onori di casa Elisabetta Gastaldi, funzionario Musei Civici, Museo d’Arte Medioevale e Moderna.  Tantissima gente, un’atmosfera davvero suggestiva quella della sala del Romanino. Appuntamento alle 16. Anche chi arriva puntuale trova le sedie già tutte occupate. C'è attesa, ritrona ai musei degli Eremitani dopo il restauro, la Sacra famiglia con sant’Orsola, opera attribuita a Rocco Marconi e risalente al 1500.

L'allievo del Bellini

L’allievo del maestro Giovanni Bellini, Rocco Marconi, alla sua morte, scelse di non rilevarne la bottega. Preferì trasferirsi, siamo nell’anno 1516, a quella di Palma il Vecchio. Così, il dipinto raffigurante la Sacra famiglia con sant’Orsola, uccisa a colpi di freccia perché aveva rifiutato di sposare Attila, re degli Unni, dovrebbe quindi risalire all’epoca della sua seconda produzione. E’ marcata la differenza di stile e produzione nei due diversi periodi, spiegano gli esperti che hanno presentato al pubblico il ritorno ai musei Eremitani del dipinto.

Privato e pubblico                                                                                           

Valentina Piovan è colei che di fatto ci ha messo le mani, è la restauratrice che ha restaurato il dipinto. Nel suo intervento ha toccato gli aspetti tecnici ma con un linguaggio assolutamente comprensibile a tutti. Un piacere ascoltarla mentre mostra delle slides e spiega le varie fasi del lavoro. Trasuda passione per il mestiere che fa. Molto interessante anche sentire quali in questo campo sono state le innovazioni che hanno aperto a nuove soluzioni, ad esempio i materiali che vengono utilizzati. Ha raccontato che sovente veniva chiamata dal direttore dei Musei e Biblioteche, Davide Banzato, che chiamava spesso per farsi raccontare come andava il lavoro. Non ha mancato di sottolineare di quanto la sinergia di diverse forze, come il comune, il privato che ha finanziato il restauro, Coop Alleanza 3.0, i musei stessi, siano state determinanti. La conferenza stampa l’ha aperta con il suo solito piglio e al collo l’immancabile sciarpa, l’assessore alla cultura Andrea Colasio, che ha portato il saluto della giunta e del sindaco Giordani non mancando di ricordare cosa rappresenta Padova per la cultura. Dopo il suo intervento è stata scoperta l’opera.

Il restauro

Il restauro, dopo aver consolidato la pellicola pittorica, ha dedicato particolare cura alla delicata fase di pulitura superficiale con seguente rimozione della vernice ossidata (svolta, in modo selettivo, con solventi organici neutri gelificati, minimizzando l’azione sul substrato pittorico). Sono seguiti l’integrazione delle lacune con stuccatura tradizionale (gesso e colla) e il ritocco pittorico intonato. Come i colori adottati, anche le vernici rispondono ai requisiti di reversibilità e stabilità nel tempo. Il dipinto ha ora riacquistato piena leggibilità e si può ammirare di nuovo nella Pinacoteca del Museo d’Arte Medioevale e Moderna.

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