Camorra, Riesame annulla il maxi sequestro per 130 milioni a Padova
F.M. era considerato vicino ad un noto clan camorristico e sospettato di riciclaggio di ingenti somme di denaro dalla Direzione distrettuale antimafia di Venezia. Secondo i giudici la pericolosità non è provabile
Il tribunale del Riesame ha bocciato il sequestro di beni per 130 milioni di euro, emesso dal tribunale euganeo, su proposta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, e convalidato dal tribunale collegiale di Padova, nei confronti di un soggetto di origine campana, F.M., 70 anni, residente in città, considerato vicino ad un noto clan della camorra e sospettato di riciclaggio di ingenti somme di denaro. Tali sospetti, secondo i giudici del Riesame, come riportano i quotidiani locali, non possono essere provati. Non sussisterebbe quindi il presupposto della "pericolosità", che deve essere "qualificata" e non "generica".
10MILA EURO DI REDDITI ANNUI. I sequestri erano scaturiti per le incongruenze emerse dalla dichiarazione dei redditi del 70enne campano, già noto alle forze dell'ordine, pari a 10mila euro annui come dipendente, a fronte di volumi d'affari per 130 milioni di euro.
CASE, SOLDI, AUTO E SOCIETÀ. Sotto sequestro erano finite 350 unità immobiliari, 15 terreni, 52 società riconducibili all'uomo, per un capitale sociale complessivo di 1,5 milioni di euro, 224 tra conti bancari e cassette di sicurezza, e 52 tra auto di grossa cilindrata e altri veicoli. Tra i beni sequestrati: 40 appartamenti situati nel grattacielo verde davanti la stazione di Padova, l'interno grattacielo in costruzione lungo la tangenziale sud ed anche un castello a Ponte delle Alpi.