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Cronaca Piombino Dese

Il nonno muore nell'incidente, la nipote ottiene il risarcimento: una sentenza storica

Anche se non convivevano, criterio stabilito dalla Cassazione, il giudice ha dato ragione alla ragazza in nome dell'affetto e dell'importanza dei nonni nella crescita dei nipoti

Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità nei sinistri, rende nota la sentenza del tribunale di Treviso che prevede il risarcimento per la nipote di un padovano rimasto vittima di un incidente stradale. É uno dei primi casi in cui il legame affettivo supera per importanza il criterio della coabitazione.

L'affetto prima della burocrazia

«Ai fini della risarcibilità quel che rileva è la perdita di un affetto, che non può essere subordinata alla mera convivenza con la persona deceduta». Questa la sentenza che riconosce lo stretto legame tra nonno e nipote, depositata nei mesi scorsi dal giudice della prima sezione civile del tribunale di Treviso, dott.ssa Clarice Di Tullio.

La tragedia

Nell'ottobre 2010 lungo la Provinciale 102 a Vedelago, un 62enne di Piombino Dese viene travolto in bici da un autotreno condotto da un camionista tedesco di 58 anni. L'impatto non gli lascia scampo. Viene aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico dell'autotrasportatore e il Pm nomina un consulente tecnico per ricostruire la dinamica. Il perito stabilisce che la responsabilità è per il 60 per cento del ciclista (che ha attraversato improvvisamente sulla corsia dove sopraggiungeva il mezzo pesante), e per il 40 per cento dell'autista, che viaggiava a 78 chilometri orari dove il limite era di 50. Sempre secondo la perizia, un'andatura più lenta gli avrebbe permesso di frenare in tempo. Il camionista ottiene il patteggiamento e viene condannato a dieci mesi.

La causa alla compagnia assicurativa

Nonostante questo Uci (Ufficio Centrale Italiano), che gestisce i sinistri in Italia per conto delle compagnie estere e che in questo caso rappresentava Allianz Versicherungs, ha voluto risarcire i familiari della vittima limitandosi agli acconti versati a titolo risarcitorio, calcolati in base al concorso di colpa del proprio assicurato (il tedesco) stimato nella misura del 20 per cento. Troppo poco per i parenti, che si sono rivolti allo Studio 3A. Dopo tanti e inutili tentativi di trovare una soluzione extragiudiziale, hanno citato in causa le due compagnie. La sentenza ha reso giustizia ai familiari. Gli avvocati Andrea Piccoli e Alessandro Menin e Studio 3A hanno evidenziato i danni patiti dai congiunti: la perdita del rapporto parentale, il danno biologico da lutto e quello patrimoniale. Alla famiglia è stata riconosciuta una somma tripla rispetto agli acconti ricevuti e Uci è stato condannato al pagamento delle spese processuali.

Storica sentenza

L'aspetto più interessante riguarda la domanda di risarcimento presentata dalla giovane nipote della vittima, di cui Uci chiedeva il rigetto perchè non viveva con il nonno. La dott.ssa Di Tullio, non ha voluto mettere in secondo piano il legame affettivo tra nonno e nipote. Riconoscendo l'importanza della figura dei nonni «nel corretto sviluppo psichico dei nipoti ed il legame d'affetto che sussiste tra gli uni e gli altri» il giudice ha concesso il risarcimento alla ragazza.

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