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Cronaca Sant'Urbano

La bicicletta, la migliore medicina contro il Parkinson

Lorenzo Sacchetto, il 31 luglio 2022 partirà dalla sua casa di Sant'Urbano per raggiungere Roma. Vuole dimostrare ai "colleghi" che la vita può andare avanti

La vita prosegue anche se il Parkinson si impossessa di Te. Una storia da libro Cuore, una lezione di vita arriva da Lorenzo Sacchetto. manager di 56 anni, che il 31 luglio alle 5 del mattino partirà in bicicletta dalla sua casa di Sant'Urbano in provincia di Padova per raggiungere la Capitale. Tornato a pedalare dopo una delicata operazione di impianto di elettrodi per la stimolazione celebrale profonda, Lorenzo ha deciso di fare coming out e sollecitare i “colleghi” di sventura a fare altrettanto, a reagire alla malattia, all’isolamento causato da solitudine e stigma. E con la moglie Raffaella Roveron, che è anche suo caregiver e con cui condivide una grande passione per il ciclismo, hanno deciso di andare a Roma, partendo da Padova direttamente in bicicletta.

Sacchetto

«Ho provato sulla mia pelle lo stigma, il senso di isolamento e il desiderio di chiudermi in me stesso – ha detto Lorenzo Sacchetto - ma ho capito che così vince il Parkinson. Chi si isola e si chiude in sé stesso fa vincere la malattia. Così io e mia moglie Raffaella abbiamo deciso di partire per questa avventura, aderendo alla campagna di Parkinson Italia che vuole far venire allo scoperto le persone con il Parkinson e, nel mio piccolo, restituire ad altri l’incoraggiamento che ho ricevuto io prima dell’operazione». In Italia ufficialmente vengono stimate dalle 230 alle 280 mila persone affette dal Parkinson e parkinsonismi. Si tratta tuttavia di un numero sottostimato, dal quale sono esclusi i tanti che nascondono la propria condizione e che addirittura la negano, a causa di molti stereotipi e pregiudizi legati alla malattia, e allo stigma sociale legato a questa condizione. Perciò nel nostro Paese i malati potrebbero essere quasi mezzo milione.

Lo stimolatore

A Lorenzo Sacchetto, i professori Andrea Landi, neurochirurgo e Angelo Antonini, neurologo dell’università di Padova, hanno impiantato uno stimolatore cerebrale. Il sistema eroga impulsi elettrici comandati da un dispositivo simile a un pacemaker programmabile con un sistema bluetooth. Gli elettrodi sono in grado non solo di erogare impulsi elettrici ma anche di registrare l’attività delle cellule cerebrali ammalate e di correggerne con altissima precisione l’attività riportandola ad un livello quasi normale.

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