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Cronaca Ospedali / Via Nicolò Giustiniani, 2

Sciopero di massa: il 90% dei medici ha incrociato le braccia, sanità paralizzata

Adesione pressoché totale allo sciopero nazionale di venerdì 23 novembre: garantiti solo gli interventi chirurgici e le urgenze

Che fosse nazionale, già lo si sapeva. Ma forse non si pensava che potesse assumere certe dimensioni: sciopero di massa per medici e veterinari, tanto che stando alla stima dell'associazione medici dirigenti il 90% dei professionisti avrebbe incrociato le braccia, paralizzando così la sanità.

Le ragioni dello sciopero

L'ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Padova ha diramato un comunicato a riguardo: "Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Padova ha seguito con grande attenzione e preoccupazione l’evoluzione dello sciopero dei Medici Ospedalieri indetto per il giorno 23 novembre. Attenzione in quanto lo sciopero, soprattutto quando partecipato,
racchiude in se elementi del disagio della Professione che sono sicuramente meritevoli di una riflessione e di un confronto, ed in questo lo sciopero è indubbiamente strumento molto efficace. Preoccupazione per i disagi che i cittadini potrebbero trovarsi a vivere nel prossimo futuro, in una realtà nella quale il vero valore della salute parrebbe a tratti non essere più oggetto degli investimenti di risorse cui ci si era abituati in passato. Indubbiamente è possibile osservare come, se da un lato i percorsi di informatizzazione e razionalizzazione hanno permesso negli anni grandi progressi in termini di appropriatezza nell’utilizzo delle risorse, dall’altro persistono vincoli legislativi nazionali ormai decennali sul tetto di spesa per il personale che stanno creando le premesse per ben prevedibili conseguenze negative. Ci si riferisce in particolare all’aumento progressivo dell’età media dei Dirigenti Medici dovuta anche al mancato ricambio generazionale e all’inevitabile perdita a breve termine dell’inestimabile patrimonio di esperienze maturate dai moltissimi Medici ormai vicini ai limiti di cessazione dal servizio. A tali difficoltà, si aggiunga inoltre il disallineamento tra ingresso alle Facoltà Mediche universitarie e disponibilità di percorsi formativi specialistici post lauream, che ha posto e pone serie ipoteche sulla possibilità di far fronte alle necessità oggettive di Medici nel nostro sistema sanitario nazionale. Per le suddette ragioni l’ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Padova della Provincia di Padova intende manifestare la propria vicinanza e solidarietà a tutti i Medici impegnati nel difficile compito di dare concretezza al rilancio del sistema sanitario nazionale, oggi come anche in passato in occasione delle manifestazioni promosse da altre categorie di Medici. L’Ordine di Padova è consapevole dell’incalzante disagio avvertito dai Medici operanti nei vari ambiti professionali ed esprime grande preoccupazione per le potenziali future conseguenze sulla qualità dell’assistenza ai pazienti ancorchè in questi giorni si sia celebrato il quarantennale dell’istituzione del nostro sistema sanitario nazionale. Non c’è dubbio che, in mancanza di un pronto cambiamento nella programmazione e riallocazione delle risorse, in tempi relativamente brevi il sistema sanitario nazionale potrebbe essere seriamente minacciato nella sua stessa sussistenza".

«Segnale chiaro a Governo e Regione»

Questo, invece, il commento di Franco Cicco, segretario regionale della federazione veterinari e medici del Veneto - sindacato italiano veterinari di medicina pubblica: «Si tratta di un risultato importante che manda un segnale chiaro a Governo e Regione. La protesta dei veterinari delle Ulss in Veneto però è solo all’inizio. Già nei prossimi giorni saranno definite le iniziative sindacali e legali, in ambito regionale, contro l’illegittima e arrogante decisione della maggioranza regionale di inserire nel nuovo Pssr una modifica unilaterale del contratto collettivo nazionale, prevedendo l’articolazione dell’orario di servizio dei dirigenti veterinari nelle 24 ore, per sette giorni alla settimana, festivi e notturni compresi. È assolutamente inaccettabile che la Regione Veneto abbia l’intenzione di legiferare infrangendo le norme contrattuali che dispongono invece che l’orario di servizio dei dirigenti veterinari pubblici sia effettuato nelle 12 ore diurne su sei giorni».

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