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Cronaca Santa Giustina in Colle

«Signora sono il maresciallo, dobbiamo spostare i suoi soldi su un altro conto»

Impazzano le truffe conosciute come "caller ID spoofing" con il chiamante che finge di contattare la vittima da una banca o da una caserma. A Santa Giustina in Colle e a Solesino, sventate due azioni criminali, ma l'allerta è massima

Il comando provinciale dei carabinieri di Padova mette in guardia i cittadini dalle truffe che sempre più spesso vengono compiute utilizzando la tecnica del caller ID spoofing (falsificazione dell’identità del chiamante). Si tratta di una tecnica fraudolenta che consiste nel modificare il numero del chiamante facendo credere all’interlocutore che la chiamata provenga effettivamente da un numero di telefono di un istituto di credito, di un’agenzia di assicurazioni, di un ente di beneficenza o addirittura delle forze dell’ordine, ma che di fatto spingono l’interlocutore a trasferire denaro, comunicare dati personali o compromettere il dispositivo telefonico stesso.

La trappola

La vittima designata potrà ricevere la falsa chiamata da un fantomatico ufficio di riscossione crediti a cui comunica dati finanziari riservati per saldare un presunto debito d’imposta arretrato; dal falso supporto tecnico, in cui il chiamante  dichiara  di appartenere  a un helpdesk che  per risolvere  un problema tecnico fornisce istruzioni che in realtà installano malware sul pc del malcapitato oppure dal finto istituto bancario a cui la vittima fornisce i suoi codici dei dispositivi del proprio rapporto finanziario (online mediante un link web artefatto) svuotando il  proprio conto. Come proteggersi dal called Id spoofing? Non sempre è sufficiente attivare sugli smartphone i filtri per le chiamate spam e procedere al blocco dei relativi numeri. È importante, quando si risponde alle telefonate in cui gli interlocutori richiedono dati sensibili, codici o denaro, chiudere la chiamata e contattare personalmente, attraverso tastiera e mai dal registro chiamate, i numeri ufficiali e facilmente reperibili degli istituti, enti, compagnie e forze dell’ordine, al fine di accertare se hanno effettivamente chiamato loro e se c’è una problematica da risolvere. 

Truffe fallite

L’ultimo episodio è quello di una donna di Santa Giustina in Colle la quale è stata contattata sul suo cellulare alternativamente da due numeri, il primo corrispondente a quello dell’agenzia locale di una banca dove l’interlocutore si è presentato come operatore e il secondo corrispondente a quello della stazione carabinieri di Camposampiero in cui l’uomo dall’altro capo del telefono si è identificato come maresciallo dell’Arma. Lo scopo dei due è stato quello di fare trasferire alla signora la somma di 10mila euro dal suo conto corrente ad un altro tramite bonifico. Ma non hanno trovato una preda facile, la donna ha infatti chiuso e chiamato personalmente la caserma dei carabinieri dove i militari hanno accolto i suoi dubbi sventando il tentativo di truffa e hanno invitato la donna a sporgere denuncia. Non solo privati cittadini sono vittime prescelte di queste truffe, un altro obiettivo è stato ad esempio un ufficio anagrafe di un comune della bassa padovana dove un sedicente maresciallo dei​ carabinieri, chiamando da un numero effettivamente intestato alla caserma di Solesino, ha chiesto all’impiegata i dati sensibili relativi a cittadini residenti in diverse regioni italiane. Anche in quel caso la truffa non è stata portata a buon fine grazie alla cautela utilizzata dalla dipendente che, prima di fornire i dati richiesti, ha chiamato i carabinieri scoprendo che si trattava di un raggiro, probabilmente per carpire dati utili ad imbastire canovacci per ulteriori truffe. 

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