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Cronaca

Scandalo “Diritto e Scienza”: allieve costrette a indossare minigonne, nei guai pm padovano

Per partecipare al corso di formazione per entrare in Magistratura gli allievi dovevano sottoscrivere un contratto che tra le altre cose prevedeva un determinato abbigliamento e il racconto della vita intima. È quanto portato alla luce dell'inchiesta che trova radici in Veneto

C’è anche un magistrato di Rovigo, originario di Padova, nello scandalo portato alla luce da "Il Fatto quotidiano" relativo alla scuola privata di formazione per magistrati “Diritto e Scienza”. Borsisti e borsiste avrebbero dovuto firmare un "contratto" con clausole che imponevano il divieto di matrimonio, o fidanzamento consentito solo in seguito a un "esame" condotto dal magistrato o sul dress code con tanto di indicazioni sulla lunghezza della gonna.

L'ESPOSTO DI UN GENITORE.

Tutto sarebbe partito da alcuni corsi di formazione in vista del concorso in magistratura tenuti dalla società "Diritto e scienza" che avrebbero avuto come referente Francesco Bellomo, consigliere di Stato, ex magistrato ordinario. La vicenda nasce dall'esposto di un genitore, venuto a conoscenza di quanto stava accadendo alla figlia. Per Bellomo, il Consiglio di Stato ha già dato parere favorevole alla decadenza. Il nome del pm padovano, collaboratore del direttore scientifico, sarebbe emerso all'interno di una testimonianza di una candidata alla borsa di studio: avrebbe mediato tra alcune studentesse e Bellomo. Il sostituto procuratore di Rovigo sarebbe quindi finito sotto azione disciplinare al Consiglio superiore della magistratura con la richiesta di sospensione cautelare delle funzioni e dello stipendio. Per il momento il pm padovano ha preferito rimanere in silenzio sulla vicenda.

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