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Cronaca

Scontri con la polizia allo sciopero sociale: 30 manifestanti indagati

Sono trenta giovani, tra i 20 e i 35 anni, tutti finiti sotto inchiesta per i fatti avvenuti lo scorso 14 novembre, quando via Beato Pellegrino a Padova fu teatro di pesanti scontri tra corteo e forze dell'ordine

Sabato il rapporto della Digos finirà sul tavolo del procuratore. La magistratura valuterà le posizioni di una trentina di persone per i fatti del 14 novembre scorso, avvenuti durante lo "sciopero sociale", quando, a seguito degli scontri tra manifestanti e polizia, in via Beato Pellegrino a Padova, era rimasto ferito, tra gli altri, anche il capo della squadra Mobile, il vice questore aggiunto Marco Calì.

LE ACCUSE. Si tratta di giovani tra i 20 e i 35 anni, tra cui anche donne e due minori, questi ultimi deferiti al tribunale dei minori di Venezia. Sono persone del Pedro, del Bios Lab e una anche del Gramigna, qualcuno ha anche dei precedenti specifici. Il rapporto della Digos contiene filmati e foto a corredo. I reati contestati vanno dal travisamento alle lesioni, dall'accensione e lancio di fumogeni al lancio di oggetti contundenti, cui si aggiungono anche resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata (per la deviazione dal percorso stabilito).

I FATTI. Gli scontri erano iniziati quando i manifestanti della prima fila del corteo erano apparsi con il volto coperto e con gli scudi, decisi a sfondare il cordone che le forze dell'ordine avevano creato per evitare che si raggiungesse la sede del Pd provinciale. Quando un gruppo di dimostranti ha deviato, raggiungendo lo sbarramento della polizia, gli agenti hanno serrato i ranghi, intimando una retromarcia. Invece i manifestanti, travisati, hanno tentato di sfondare la linea di sicurezza costringendo le forze dell'ordine a reagire con una carica. Gli agenti sono stati così bersagliati con lanci di sassi e di bottiglie e il capo della Mobile si è beccato un calcio in testa.

Sciopero sociale

LA RABBIA DELLA POLIZIA. I sindacati di polizia, nei giorni successivi, avevano espresso tutta la loro rabbia: "Errata dislocazione del personale, funzionari che si sovrappongono nel dare ordini e disposizioni, e per non farsi mancare nulla, le solite sceneggiate concordate e portate in scena, ad uso e consumo dell’ego di antagonisti e funzionari - avevano dichiarato - sulla pelle però delle 'comparse', il personale dei Reparti Mobili e quello degli altri uffici impiegati a vario titolo, comparse che come noto guadagnano meno di quelle di Cinecittà, e che l’incolumità la rischiano davvero, e non solo per finzione".

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