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Cronaca Casalserugo

Secessionisti, poliziotto è indagato A Casale anche il "tanko" del '97

Al vaglio il ruolo di un ispettore di Casalserugo, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato all'arresto di 24 indipendentisti lombardi e veneti. Nel garage di Contin il blindato dell'assalto a Venezia in piazza San Marco

Nell'ordinanza di custodia cautelare spunta, tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere 24 secessionisti lombardi e veneti, con un ruolo marginale, un ispettore di polizia in servizio a Padova e residente a Casalserugo, che ha avuto contatti con gli altri indagati, firmando anche il documento di adesione all'"Alleanza", l’associazione costituita il 26 maggio 2012 a Erbusco, nel Bresciano, che riuniva organizzazioni secessioniste sotto il comune progetto dell’indipendenza dallo Stato italiano.

IL POLIZIOTTO. Il gip annota che "ovviamente, la firma del documento di adesione e della qualità di poliziotto rivestita" da P. "assumono tratti certamente allarmanti" ma la sua condotta "isolatamente considerata, non può assurgere di per sè sola a grave indizio di partecipazione al sodalizio". Nè risulta documentato che il poliziotto abbia passato informazioni riservate al gruppo oppure abbia fatto nuovi adepti.

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IL TANKO DEL '97. Non solo il nuovo prototipo di "tanko" in fase di realizzazione, assieme alla ruspa trasformata in mezzo blindato, sempre a Casale di Scodosia, quartier generale degli indipendentisti arrestati, i carabinieri del Ros hanno ritrovato, poco lontano dal capannone ribattezzato l'"Arsenale" in cui è stato rinvenuto il primo "carro armato", anche il suo predecessore, quello utilizzato per l'assalto al campanile di San Marco nel 1997. Si trovava nel garage dell'abitazione di Flavio Contin, uno dei 24 arrestati nonché uno dei "Serenissimi" arrestati nell'assalto del '97. A Casale di Scodosia nessuno sembra essersi accorto di niente. Il capannone dove i secessionisti lavoravano al nuovo blindato sarebbe stato senza allacciamenti ad energia elettrica, gas e acqua, proprio per mantenere la massima segretezza. Difficile però credere che nessuno abbia mai visto nulla, dato che il magazzino sorge nel cuore di una zona industriale con almeno 300 aziende e molte abitazioni tutto attorno. Tuttavia tra i residenti, nei bar del paese e nelle piazze di Casale tutti hanno raccontato di non aver mai immaginato qualcosa di simile.

VIDEO: Guarda la costruzione del "tanko"

DALLE PAROLE AI FATTI? Sono dichiarazioni "pesanti" quelle intercettate agli indagati e che compaiono sulle carte dell'ordinanza. I nostalgici dei Serenessimi che 17 anni fa assaltarono San Marco progettavano l'indipendenza dall'Italia: "Verranno a prenderci le teste di cuoio come accaduto nel 1997...potrebbe essere, ma questa volta i mezzi sono molto più grossi e sparano davvero". Perché "contro uno stato di merda del genere cosa puoi fare...c'è da stare solo alla regola del fucile". Gente che al telefono parla della necessità di passare dalle parole ai fatti, "caricando i candelotti di dinamite" e instaurando un "clima di terrore" e che allo stesso tempo teme le conseguenze delle proprie azioni, perché "la gabbia (la prigione, ndr) non è proprio che sia l'obiettivo". Personaggi che ipotizzano di emulare gli eco-terroristi dell'Alto Adige attaccando i tralicci dell'alta tensione ma subito si fermano: perché "non e' che danneggi il Quirinale - dice il leader indiscusso dei veneti Luigi Faccia in una delle tante riunioni 'operative' nel ristorante El Grenor di Leno -...danneggi il coglione che si sta guardando la partita e che si incazza come una iena". Ci credevano davvero, i secessionisti, di poter avere un seguito popolare ben più ampio di quello di 17 anni fa. "Pensiamo di pescare in questo mare infinito di invisibili" ragionava Faccia ricordando gli effetti della crisi, le tasse, la classe politica "marcia", Equitalia.

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