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Cronaca Selvazzano Dentro

Fiumi di "coca" ed eroina a Padova e provincia: 8 arresti e 30 indagati

Sotto la supervisione della procura di Venezia, le Fiamme Gialle hanno disarticolato un'associazione composta da albanesi, italiani e tunisini che dall'Est era in grado di portare all'ombra del Santo chili di droga da piazzare sul mercato

Otto arresti, 5 albanesi, 2 tunisini e 1 italiano. Trenta persone tra cui numerosi padovani indagati. L'accusa a loro carico in concorso è pesante: associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio. Sono questi i numeri della brillante operazione conclusa dal comando provinciale della Guardia di Finanza a fine agosto, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia. Obiettivo dell'attività andata avanti per un paio d'anni è stato quello di disarticolare un traffico internazionale di droga che si muoveva sull'asse Albania-Italia. La base logistica in Italia era la Lombardia, nello specifico Milano e Varese. Da qui la droga, a seconda delle richieste giungeva a Padova e Provincia per soddisfare le esigenze degli assuntori. Un mercato di tutto rispetto se si pensa che le operazioni delle Fiamme Gialle hanno consentito di sequestrare 10 chili di droga di ottima qualità tra cocaina ed eroina e 30mila euro in contanti, sicuro provento di precedente attività illecita. 

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Come arrivava in Lombardia la droga

Secondo gli investigatori che hanno posto in essere una capillare attività tecnica, appostamenti mirati, ore ed ore a seguire possibili sospetti, la droga partiva per l'Italia occultata in un doppio fondo che veniva praticato su auto "pulite". I mezzi si muovevano secondo due direttrici, imbarcandosi, oppure via terra. Il volume d'affari che il sodalizio si era creato era importante, con una catena di membri dell'organizzazioni che si muovevano a memoria per sfuggire ai controlli. Particolare non da poco i finanzieri si sono dovuti scontrare con telefoni usati dai malviventi criptati e quindi difficilmente intercettabili. 

L'inizio dell'indagine 

Nei quotidiani servizi anti spaccio in centro città i finanzieri hanno fermato più di un tunisino che faceva capo ad appartamenti della periferia padovana, ma anche delle vicina Selvazzano. Attraverso articolate attività tecniche si sono raccolte importanti risultanze investigative che, partendo dai pusher sorpresi in flagranza, hanno permesso di ricostruire l'intero organigramma della consorteria criminale, costituita da due gruppi distinti, uno di albanesi e un altro di italiani, operanti tra Padova e Selvazzano. Gli stessi erano infatti a loro volta in contatto con un sodalizio criminale albanese stanziato in Lombardia, in grado di fornire ingenti quantitativi di cocaina ed eroina ai propri connazionali in Veneto e alle varie cellule del nord Italia. 

La resa dei conti

Alla luce delle evidenze investigative emerse, le indagini dirette dalla Procura Distrettuale di Venezia si sono concentrate sui fornitori albanesi, riuscendo in tal modo a raccogliere gravi elementi nei confronti degli ipotizzati vertici dell'organizzazione, che di fatto stazionano in Albania. Al termine delle indagini, oltre agli otto arrestati bloccati in flagranza tra Selvazzano e Padova, è stato possibile identificare 30 persone quasi tutte italiane, con una parte tunisina e albanese che anch'essi in concorso dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio. Con questa operazione le Fiamme Gialle sono certe di aver dato un duro colpo al mercato del traffico di stupefacenti, nella consapevolezza che la malavita è in grado di attuare un immediato turnover tale da non bloccare un traffico illecito in grado di fatturare milioni di euro sulle spalle degli assuntori. 

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