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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Uno Bianca, semilibertà per Occhipinti: lavorerà alla coop Galileo

L'ex poliziotto della squadra Mobile di Bologna parte della banda che 24 anni fa freddò la guardia giurata Carlo Beccari durante l'assalto ad un portavalori, potrà uscire per lavoro il mattino e rientrare la sera dal carcere di Padova dove sta scontando l'ergastolo

Tra poche settimane, Marino Occhipinti sarà un uomo semilibero. Potrà uscire la mattina dal carcere di Padova, dove sconta l'ergastolo dal '94, per andare a lavorare alla Cooperativa sociale “Galileo”.

SEMILIBERO. L'ex poliziotto della squadra Mobile di Bologna parte della banda della Uno Bianca che 24 anni fa freddò la guardia giurata Carlo Beccari durante l'assalto ad un portavalori, potrà uscire per lavorare il mattino e rientrare la sera dalla casa circondariale Due Palazzi.

IN COOPERATIVA. Occhipinti lavorerà per la coop che, oltre a gestire la pasticceria del "Due Palazzi" diventata famosa per i dolci natalizi, si occupa anche dei servizi per le imprese fino a quelli per il verde pubblico, per gli Enti locali. Un'esperienza già avviata durante la detenzione.

LAVORATORE. Con la cooperativa aveva imparato a realizzare manichini in cartapesta destinati alla moda nel 2001. Un primo lavoro che lo ha portato poi a lavorare alcuni anni fa, da dietro le sbarre, a dei call center per l'Asl di Padova e per alcune aziende di telefonia. Disciplinato e serissimo nel suo lavoro, ultimamente era passato alla pasticceria dove è diventato il responsabile di tutta la logistica del reparto.

REDENZIONE. "Comprendo che sia scandaloso da dire - dice Nicola Boscoletto, presidente del consorzio di cooperative Rebus, in cui è inserita Galileo - ma siamo di fronte ad una vittoria dello Stato, ad una persona che in carcere è cambiata, è diventato un uomo buono, votato al bene proprio e degli altri, un lavoratore".

I FAMILIARI DELLE VITTIME. La concessione della misura di detenzione alternativa scatena però la rabbia dei familiari delle vittime: "Siamo fuori dalla grazia di Dio", reagisce la presidente Rosanna Zecchi. Il più "avvelenato", come si definisce lui stesso, è Luigi Beccari, anziano padre di Carlo: "No. Non accetto niente. Lui deve star dentro, deve marcire dentro", si infuria.

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