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Cronaca

Senzatetto trova casa: al collegio Leopardi assieme a 23 migranti

Sinergia tra le cooperative sociali e l'amministrazione comunale per donare un Natale diverso ad un italiano senza fissa dimora. Per lui si prospetta anche la possibilità di un lavoro in una struttura protetta.

Senza fissa dimora accanto ai migranti per un Natale diverso, attraverso la cooperazione sociale da una parte e l'amministrazione comunale dall'altra. Una rete di solidarietà e di risposte concrete attivata in pochi giorni per dare aiuto ad un concittadino in difficoltà che parla di integrazione sotto l'albero.

LA RICHIESTA D'AIUTO AL COMUNE. Il caso è quello di un italiano senza fissa dimora in difficoltà che bussa alle porte del comune di Padova. Non ha un tetto sopra la testa e nemmeno un lavoro. Per questo, chiede aiuto all'amministrazione comunale, che risponde mettendo in campo la polizia municipale, e in particolare lo stesso comandante Antonio Paolocci, che promette una soluzione del caso. Il caso esce sulla stampa locale e i padovani lo notano per la singolare protesta disperata sotto Palazzo Moroni.

SENZATETTO ACCANTO AI MIGRANTI. È qui che entra in scena la cooperazione sociale. Il comandante si rivolge infatti al Sestante, una delle cooperative sociali padovane che si occupano dell’accoglienza di persone indigenti. Il presidente della cooperativa, non avendo disponibilità nelle proprie strutture, attiva i colleghi di altre realtà, e scopre che una possibilità c’è. Un’altra cooperativa sociale padovana, la Populus, potrebbe riservare una stanza all’interno del collegio Leopardi, una struttura dove sono ospitati anche 23 migranti, quei famosi “richiedenti asilo” che arrivano dalla Libia, dalla Siria, dalla Nigeria. La persona senza fissa dimora potrebbe accedere a questa stessa struttura, con una propria stanza riservata, ma condividendo gli spazi comuni con i migranti. Una soluzione che significherebbe per l'italiano senza fissa dimora avere un letto, un pasto caldo e la possibilità di risiedere in un luogo che può davvero chiamare casa.

FORSE PER LUI C'È ANCHE UN LAVORO. Una soluzione che viene sperimentata sul campo dall'amministrazione comunale, tanto che lo stesso comandante della polizia municipale decide di accompagnare il senza fissa dimora personalmente al collegio Leopardi, per aiutarlo a presentarsi in questa nuova abitazione. La conclusione è delle migliori, quasi a modi favola di Natale visto che i 23 migranti lo accolgono gioiosamente come un nuovo compagno di viaggio. La favola però non è finita per il senza fissa dimora e per la prospettive di integrazione in città: un’altra cooperativa padovana sta verificando la possibilità di offrire all'uomo un posto di lavoro in una struttura protetta.

"UN UNICO OBIETTIVO". “L’amministrazione comunale è al servizio di tutti i nostri cittadini, anche quelli più disagiati - commenta soddisfatto il comandante Paolocci - per questa persona è stata una vera fortuna incontrare noi e il mondo della cooperazione sociale, e credo che anche il contatto con i migranti possa fargli vedere la sua personale situazione sotto una luce diversa” . “Questo è lo spirito giusto – spiega Carlo Munari, della cooperativa Populus - nel rapporto tra le cooperative sociali e l’ente pubblico: trovare il modo di operare, insieme, per un unico obiettivo, il bene comune. Credo che questa prova di mettere insieme migranti e persone indigenti sarà la prima di altre sperimentazioni”. Nei prossimi giorni, l’amministrazione comunale verificherà l’andamento di questa convivenza e porterà al senza tetto e ai migranti del collegio Leopardi gli auguri di buon Natale.

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