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Cronaca Montagnana

Caldo anomalo e siccità: difficoltà per le semine e le irrigazioni in mezza provincia

Coldiretti Padova: a Pasqua calo delle temperature ma per la pioggia dovremo aspettare ancora 48 ore e per ora annunciate precipitazioni insufficienti

Il caldo anomalo di questi giorni e l’ormai lungo periodo di siccità mettono in allarme gli agricoltori padovani. Le semine in buona parte della provincia, fa sapere Coldiretti Padova, programmate in questo periodo richiederebbero terreni meno secchi e maggiore disponibilità d’acqua. Intanto anche i tubi per l’irrigazione di soccorso sono già a terra da una decina di giorni in almeno mezza provincia, dal Piovese al Montagnanese.

Ricorso all'acqua

Le variazioni climatiche hanno indotto gli imprenditori agricoli – spiega Coldiretti Padova – prima ad intervenire  per mitigare gli effetti del gelo di una settimana fa ora per bagnare i campi. Coldiretti Padova segnala il ricorso all’acqua per centinaia di ettari seminati a orzo e frumento in particolare, anche le coltivazioni orticole, le barbabietole e per chi è riuscito a seminarlo, anche il mais. Numerose sono le richieste d' acqua pervenute dalle aziende agricole ai Consorzi di Bonifica. Fatica a crescere il foraggio destinato ad alimentare gli animali degli allevamenti zootecnici. «Il terreno è sabbia – spiega Nicola Menghesso,giovane imprenditore agricolo di Villa Estense – dove non c’è la possibilità di irrigare i cereali e le altre coltivazioni faticano a crescere. Almeno il 40per cento del terreno coltivato nella Bassa Padovana non è raggiunto dall’irrigazione e ogni anno si ripresenta il problema della siccità. E’ allarme anche per gli allevamenti che rischiano di non avere sufficienti scorte di foraggio per gli animali. Ad esempio stenta a crescere, in tutta la zona, coltivazioni come il loietto italico, uno dei foraggi più diffusi per gli allevamenti. In questo periodo le piantine dovrebbero avere già raggiunto i venti centimetri di altezza invece stentano a spuntare dal terreno».

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Le difficoltà

In questi giorni si sta irrigando in particolare lungo l'Adige, nella zona di Barbona, Vescovana, Granze e Stanghella, e nei pressi dei principali canali di irrigazione per raggiungere le coltivazioni in sofferenza. Il supplemento idrico è da considerare di supporto per mais e barbabietole ed è necessario anche per procedere alle pratiche agronomiche successive. Se il grande caldo fuori stagione ha ormai le ore contate, osserva Coldiretti Padova, con le previsioni di un abbassamento delle temperature di oltre 10 gradi in media, altrettanto non si può dire per la pioggia, ormai indispensabile. Per ora è prevista mezza giornata di pioggia solo il martedì mattina, troppo poco per rimediare al fabbisogno d’acqua nei campi.  «Senz’acqua non c’è agricoltura. – osserva Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova – e di fronte ai cambiamenti climatici estremi degli ultimi anni vanno assicurate le portate delle concessioni idriche, attuando il risparmio irriguo, ammodernando la rete e realizzando nuovi invasi utilizzando le cave dismesse e i bacini. I fenomeni straordinari con alluvioni e stagioni monsoniche impongono il grande tema della sicurezza idraulica che si attua con il governo dell’acqua dei comprensori di bonifica. Occorre trattenere l’acqua quando c’è nelle infrastrutture e laddove necessario realizzare opere di laminazione per arginare le calamità atmosferiche».   

Risparmio idrico

Per favorire un risparmio idrico del 30% e incrementare la capacità di irrigazione , Coldiretti propone un intervento immediatamente cantierabile che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi diffusi nel territorio e con un basso impatto paesaggistico, in grado di trattenere l' acqua per poi distribuirla all' agricoltura. Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde in modo da risparmiare per l’appunto il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030.  Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso – conclude la Coldiretti - con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche di Università.

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