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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Altichiero / Via Adda

"Spritz?", messaggi in codice per pusher da 10mila euro al mese

I clienti - imprenditori, professionisti e operai - contattavano lo spacciatore chiedendo di "bere una birra", "prendere un caffè". In manette un 35enne albanese, che gestiva un florido traffico di coca dal suo paese d'origine

Sono più di cento le persone sentite dagli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Padova in qualità di clienti fissi di un 35enne spacciatore albanese, Armand G., pregiudicato e residente in una palazzina in via Adda, vicino allo stadio, arrestato con l'accusa di aver messo in piedi un florido traffico di cocaina dal suo paese di origine che gli consentiva di incassare quasi 10mila al mese.

LA SCUSA DELLO SPRITZ. Nella lunga lista di nominativi che, principalmente per via telefonica, si mettevano in contatto con il pusher, ci sono imprenditori, professionisti ma anche semplici operai, tutti italiani. I messaggi in codice erano ormai consolidati, come la scusa di “bere una birra”, “prendere un caffè”, “farsi un spritz”. Gli incontri che ne seguivano, principalmente in via Vicenza a Padova, si risolvevano in pochi secondi, con la cessione della cocaina ed il pagamento con banconote da 50 o 100 euro.

Armand G.-2AUTO E ABBIGLIAMENTO DI LUSSO. Le fiamme gialle euganee hanno ricostruito un vorticoso giro di affari, accertando la cessione di oltre 1.500 dosi di cocaina nell’arco di 10 mesi, per un controvalore di circa 100mila euro. Ad insospettire gli investigatori era stata proprio l’enorme sproporzione tra l’elevato tenore di vita dell’albanese, ed il suo profilo reddituale, in quanto risulta essere nullatenente e nullafacente. Il bel appartamento in cui viveva non risultava al fisco nelle sue disponibilità, viaggiava poi con auto di grossa cilindrata, Bmw, Audi, Mercedes, e si vestiva con abbigliamento delle migliori marche. Di fatto, però, non aveva mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi. Il 35enne attualmente si trova in carcere al Due Palazzi, mentre le indagini della finanza proseguono con la ricostruzione della posizione patrimoniale dell’arrestato, al fine di giungere anche all’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali.

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