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Cronaca

Plebiscito, il commissario blocca i lavori. Associazioni per il "no" ancora in piazza

"Progetto non approdato alla fase esecutiva e di argomento politico": nessun cantiere sotto l'amministrazione del prefetto Michele Penta, che rimetterà la questione nelle mani del futuro sindaco. Intanto i comitati per il no mantengono viva l'attenzione con un'altra manifestazione

Restyling del Plebiscito e parcheggio da mille posti auto. Era il progetto della caduta amministrazione dell'ormai ex sindaco leghista di Padova Massimo Bitonci. Progetto non approdato alla fase esecutiva e che, per questo, il commissario prefettizio Michele Penta rimetterà nelle mani del prossimo sindaco. Il nuovo inquilino di palazzo Moroni ha infatti ribadito in più occasioni di non poter prendere decisioni "politiche", e di avere altre questioni prioritarie davanti, come quella relativa al nuovo ospedale di Padova. 

LA MANIFESTAZIONE. Progetto bloccato quindi, con la soddisfazione delle varie associazioni che sin da subito si erano schierate contro lo spostamento delle partite del Calcio Padova dall'Euganeo al Plebiscito e la realizzazione del parcheggio scambiatore. In primis, il Comitato No allo stadio Plebiscito, nato proprio in contrapposizione al progetto della passata amministrazione, ma non solo: è di Arcella Viva l'iniziativa proposta per sabato alle 17.30 al parcheggio di via Geremia al Plebiscito, un sit-in per dichiarare "con un lumino, un cero o una candela" il proprio dissenso ("Un presidio di luce al Plebiscito" è il nome dato alla manifestazione).

LA CAUSA. "Il nostro scopo è impedire di trasformare la zona del Plebiscito in un caos viabilistico inaccettabile per i cittadini padovani, residenti in zona e non, sensibilizzando ancora una volta l'opinione pubblica, sul trambusto che un progetto insensato potrebbe creare se venisse attuato - spiegano gli organizzatori del sit-in - traffico intenso, alti livelli di inquinamento dell’aria, problemi legati alla sicurezza, ed anche alle tifoserie ultras, che le forze dell’ordine potrebbero trovarsi ad affrontare in circostanze e spazi angusti, e con una viabilità inadatta, anche solo per il possibile arrivo di eventuali ambulanze di emergenza. C'è poi da considerare essenziale la sopravvivenza di sport considerati minori, ma molto partecipati, che già esistono al Plebiscito e che necessitano, anch'essi, di spazi adeguati, che verrebbero sacrificati con gli eventi calcistici". 

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