rotate-mobile
Cronaca Montà / Via Due Palazzi

Tenta il suicidio, agente del carcere in fin di vita: è in coma irreversibile

L'estremo gesto giovedì mattina da parte di un assistente capo della polizia penitenziaria in servizio al Due Palazzi di Padova e residente nel Vicentino. Aveva appena accompagnato la figlia alla scuola materna

"Speriamo in un miracolo, ma la situazione è estremamente critica e siamo tutti sconvolti". Sono le parole di Donato Capece, segretario generale Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) a commento della notizia che vede protagonista un collega, originario di Pompei e con 23 anni di servizio, attualmente assistente capo al carcere Due Palazzi di Padova, che giovedì mattina ha tentato il suicidio nella sua casa nel Vicentino.

IN COMA IRREVERSIBILE. Il poliziotto, sposato, con una figlia di 5 anni, residente in provincia di Vicenza, era rientrato in servizio dopo un periodo di malattia per problemi depressivi. Giovedì, dopo aver accompagnato la figlia alla scuola materna, ha messo in atto l'estremo gesto. Ricoverato in coma irreversibile, dal Sappe fanno sapere che "i medici stanno valutando se dichiararne la morte cerebrale".

L'APPELLO. "Gli agenti di polizia penitenziaria - ha spiegato Capece - sono costantemente esposti a situazioni stressogene alle quali ognuno di loro reagisce in base al ruolo ricoperto e alle specificità del gruppo di appartenenza. Spesso i poliziotti si ritrovano soli con i loro vissuti, demotivati e sottoposti a innumerevoli rischi". "Rinnovo l'appello al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri - ha poi aggiunto - perché avvicendi il capo del Dap Giovanni Tamburino dalla guida dell'amministrazione penitenziaria: perché non si può continuare a rimanere insensibili verso i disagi quotidiani che affrontano i poliziotti penitenziari nella prima linea delle sezioni detentive".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tenta il suicidio, agente del carcere in fin di vita: è in coma irreversibile

PadovaOggi è in caricamento