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Cronaca Este

Este, piccoli tumori del rene curati senza intervento chirurgico

Nell'ospedale della Bassa padovana il trattamento avviene mediante termoablazione con radiofrequenza o microonde. Su oltre 70 pazienti interessati dalla cura, la percentuale di successi è pari al 98,5%

Un’innovativa metodologia che consente la rimozione non invasiva dei tumori ai reni di piccole dimensioni. È la termoablazione con radiofrequenza o microonde praticata all'ospedale di Este. Un trattamento messo a punto negli ultimi 5 anni e però divulgato solo ora dall'Ulss 17 dopo la raccolta di una casistica che ne dimostra scientificamente l’efficacia.

98.5% DI CASI RIUSCITI. Sono oltre 70 i pazienti già sottoposti al trattamento. "Con il 98.5% dei successi (solo in un  caso si è dovuti ricorrere alla chirurgia dopo sei mesi dall'ablazione) e con un follow-up medio di più di 20 mesi - spiega il dottor Mauro Mazzucco, direttore dell’Unità operativa di Epatologia diagnostica e interventistica - possiamo con orgoglio dire che in casi selezionati, per i noduli sotto i 4 centimetri, la termoablazione è una valida alternativa alla chirurgia, rispetto alla quale garantisce gli stessi risultati con minori complicanze e un tempo di degenza più breve". Conclusioni riconosciute anche a livello internazionale dalla comunità scientifica: proprio uno studio degli specialisti dell’ospedale di Este è stato accettato e presentato al congresso mondiale di oncologia interventistica (Wcio) tenutosi a Chicago a giugno.

NUOVE TECNOLOGIE PER LA DIAGNOSI. Il trattamento dei piccoli tumori renali mediante questa nuova metodica è stato possibile anche grazie a un significativo investimento tecnologico: una nuova apparecchiatura di diagnostica per immagini, che trova impiego anche (ma non solo) durante le sedute di termoablazione. Molte volte una lesione neoplastica risulta visibile con la Tac o la risonanza magnetica, ma non con l'ecografia, per problemi legati alle dimensioni o alla sede dei noduli tumorali o alla conformazione del paziente (ad es. nel caso dei soggetti con forte obesità). In questi casi risultava non possibile o comunque molto difficile il trattamento mediante termoablazione, che normalmente avviene proprio sotto guida ecografica. Svolgerlo in sala Tac implica difficoltà tecniche nel posizionamento degli elettrodi sul paziente e un  importante allungamento della durata dell’intervento, finendo per occupare la sala anche per l'intera mattinata. La nuova tecnologia sfrutta un software inserito all'interno dell'ecografo che permette l'acquisizione di tutte le immagini di una Tac/Rmn eseguita in precedenza e “sincronizza” Tac o Rmned ecografia tanto da ottenere un esame in real time dove Tac ed ecografia sono in parallelo, potendo così visualizzare e trattare un nodulo altrimenti non visibile.

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