Terremoto, un anno dopo Biblioteca ancora semichiusa
Dal 29 maggio scorso la chiusura - dapprima totale, e poi, dal 17 dicembre scorso, parziale - di palazzo Maldura sta ancora provocando disagi a studenti, dottorandi, assegnisti, ricercatori, docenti e bibliotecari. Mercoledì il sit-in di protesta
Una manifestazione di protesta si è svolta mercoledì alle 11 nel piazzale di fronte a palazzo Maldura, in via Beato Pellegrino. L'iniziativa è stata promossa dai dottorandi del dipartimento di Studi linguistici e letterari dell'Università di Padova, che ha esteso l'invito a studenti, dottorandi, assegnisti, ricercatori, docenti e bibliotecari. Motivo del sit-in è riaccendere i riflettori sui pesanti disagi che ancora permangono per gli utenti della biblioteca di palazzo Maldura, a distanza di un anno dal terremoto che il 29 maggio 2012 portò alla chiusura - dapprima totale, e poi, dal 17 dicembre scorso, parziale - dell'edificio, sottoposto alle indagini della procura padovana sulla sicurezza degli stabili dell’Ateneo.
LE RICHIESTE. I dottorandi auspicano "la ricomposizione del patrimonio librario originario (che, per motivi di statica, sarà comunque ridimensionato del 30%) e il ritorno dell’intera biblioteca di Palazzo Maldura alla modalità “a scaffale aperto”, l’unica veramente valida per ritornare a uno svolgimento ad alto livello delle attività di ricerca e formazione richieste a un Ateneo".
FRUIZIONE RIDOTTA. Dopo il sisma, il patrimonio librario della biblioteca Maldura è stato in parte spostato al deposito di Legnaro, in parte messo a disposizione tramite due levate giornaliere. In seguito alle proteste studentesche, dallo scorso 17 dicembre è stato riaperto il salone centrale della Biblioteca, ancora oggi aula studio e semplice sala di consultazione dei libri presi a prestito attraverso quattro levate al giorno, sistema per la fruizione dei volumi cui continuano ad affiancarsi le spedizioni da Legnaro.